Milano, un’Alba gelida: il finale non basta
Olimpia fragile in difesa: a 1’43” dalla fine risale a -2, ma la rimonta stavolta si spegne
Questa volta la rimonta non si perfeziona. La scorsa settimana Milano aveva recuperato uno svantaggio di 20 punti contro i tedeschi del Bayern. Questa volta, contro gli altri tedeschi di Eurolega dell’Alba Berlino, l’Olimpia si arrende, sotterrata da 102 punti subiti in casa. A metà dell’ultimo quarto, sotto di 13, l’ombra di un altro recupero è apparso. Sembrava di rivedere le facce e l’aggressività del giovedì precedente. Sergio Rodriguez si è preso la squadra sulle spalle e ha spinto i suoi fino al -2 a 1’43” dalla fine con i due tiri liberi di Vlado Micov, il migliore dei suoi per continuità di rendimento. Ma poi è finita quando la tripla di Michael Roll dall’angolo ha sbattuto contro i ferri e dall’altra parte è entrato il canestro di Luke Sikma, figlio del grande Jack, campione Nba con Seattle nel 1979. Una sconfitta più grave per il morale, visto che è arrivata contro una delle ultime, che per la classifica, visto che mancano ancora 11 partite alla fine. «Dopo aver subito 45 punti a metà partita – ha commentato Ettore Messina – ci siamo detti che avremmo dovuto alzare la nostra difesa a livello di Eurolega e invece nella seconda parte ne abbiamo subiti 102. Poi in attacco, non funzionando la difesa, sale l’ansia di dover segnare per forza».
Conte e Cecilia
Peraltro Milano era partita bene, davanti all’allenatore dell’Inter Antonio Conte, non proprio applaudito dal pubblico quando è inquadrato sul grande schermo. Molto applaudita invece Cecilia Zandalasini, azzurra del Fenerbahce e campionessa Wna con Minnesota. Il veloce e illusorio +8 (13-5) nasce contro una zona che la buona circolazione di palla e i conseguenti buoni tiri crivella con allegria. L’unico a essere seguito a uomo è Rodriguez che, a metà partita, ha distribuito quattro assist (splendido un “no look” per Vlado Micov) senza provare neanche un tiro. Il primo tentativo, con canestro, arriverà al 23’. I problemi dell’Olimpia – e non è una novità – non sono davanti, ma dietro. Nonostante l’assenza di Rokas Giedraitis, miglior realizzatore della squadra Eurolega con 13,5 punti di media e in permesso per la nascita del figlio, l’Alba colpisce con la disinvoltura con cui è usa fare la squadra del vecchio Aito, detto affettuosamente, ma anche anagraficamente visto che con i suoi 73 anni è il più anziano dei tecnici di Eurolega.
I problemi in difesa
L’Olimpia subisce 27 punti nei primi 10 minuti, 45 all’intervallo, saranno 90 al 30’. I parziali a favore di una e dell’altra squadra caratterizzano l’andamento di una partita senza padrone. I tedeschi, qualcuno in effetti in campo c’è, siglano già un bel 15-4 nel primo quarto con lo svedese Marcus Eriksson. Un fugace passaggio in campo di Christian Burns, italiano per matrimonio, evita a Milano la seconda partita di fila in Eurolega con soli stranieri in campo. La squadra di Messina recupera e poi subisce un altro 10-0 che la costringe all’inseguimento nel secondo parziale, guidata da un buon Nemanja Nedovic, intraprendente ed efficace. Anche in questa occasione funziona il quintetto basso con Micov ala forte. Ed è con questo assetto che Milano si lancia nel tentativo di rimonta finale. Questa volta non funziona. E venerdì c’è il Barcellona.
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Possessi chiave Roll sbaglia la tripla dall’angolo mentre Sikma la mette: è finita