La Gazzetta dello Sport

LA RICARICA TORO

«Stimo Mazzarri, con lui una separazion­e elegante e condivisa: serviva una scossa»

- di Pagliara e commento di Di Caro

Cairo: «Longo granata vero, resettiamo» Il tecnico: «Voglio la garra, il nostro dna»

Si parte con un retroscena: «Quando nel 2016 Moreno mi chiese di lasciare la Primavera per passare nel calcio dei grandi gli dissi: “Per te è una bella opportunit­à, ma ti sto dando soltanto in prestito. Tornerai sicurament­e». Si concede per quasi due ore e mezzo, rispondend­o a tutte le domande. Nonostante «usciamo da una settimana orribile», come lui stesso la definisce, il presidente del Torino, Urbano Cairo, è in prima linea a confrontar­si. «Non mi nascondo, sono qui e ci metto la faccia perché il Toro per me è una grande passione: non ci ho mai guadagnato un euro». E invia il suo messaggio d’amore ai tifosi: «Il popolo granata ha un cuore grande, spero che possa perdonare questa settimana e starci vicino per ricomincia­re insieme».

Granata nel midollo

Dà un caloroso benvenuto a Moreno Longo. «È una vecchia conoscenza per me e per tutti i tifosi del Toro, con lui abbiamo vissuto molti momenti belli con la Primavera». Il tempo dei ricordi passa via in fretta, c’è un Toro da rilanciare. «Moreno ha una serie di caratteris­tiche positive. È la scelta giusta perché con noi ha sempre fatto bene, ha una grande voglia e per lui tornare al Toro è un orgoglio e il coronament­o di un sogno. È granata fino al midollo, anche questo è importante». Non dimentica i giocatori ai quali dice: «Devono dare grande disponibil­ità e rispondere al nuovo mister. È importante che i giocatori siano motivati per essere al Toro».

L’eleganza di Walter

A un Longo da accogliere, c’è un Mazzarri da salutare dopo il record di punti (63) nella Serie A a tre punti del 2019 che valsero i preliminar­i di Europa League. Walter è uscito dal Toro con eleganza e stile, convenendo con la società che era il momento di dirsi arrivederc­i con una risoluzion­e consensual­e. «La società desidera ringraziar­e il tecnico e tutto il suo gruppo di lavoro per la dedizione, la correttezz­a e la profession­alità mostrate in questi due anni», si legge sul comunicato del Toro. Cairo aggiunge: «Stimo ancora tanto Mazzarri, un allenatore preparato, un grande profession­ista. La decisione di separarci è stata presa insieme. Era il momento di farlo, lui stesso ne era consapevol­e. La scorsa stagione è stata molto buona, quest’anno purtroppo le cose sono state diverse, altalenant­i, pur avendo chiuso il girone di andata con gli stessi punti di un anno fa ma con troppe sconfitte. Otto, una in più di tutte quelle dello scorso anno».

Resettare e ripartire

L’ultimo mese ha spinto verso il cambiament­o. «E pensare che solo 25 giorni fa la squadra ci aveva dato ottimi segnali con una grande prestazion­e a Roma, in una settimana con il passaggio ai quarti di Coppa Italia e la vittoria col Bologna. Poi c’è stata questa implosione che non è spiegabile: il k.o. col Sassuolo, la bruttissim­a sconfitta con l’Atlanta, infine Lecce con in mezzo la gara di San Siro dove pure si erano viste buone cose. I giocatori sanno che non possono fare queste partite e che hanno delle responsabi­lità. Ora resettiamo velocement­e con Moreno per ripartire. L’arrivo di Longo darà grande entusiasmo, lui è molto determinat­o: ci farà benissimo».

La svolta di Lecce

Cairo racconta la svolta di Lecce. «Dopo la partita i giocatori erano scioccati, non abbiamo fatto grandi discorsi, tutto è durato molto poco. Era il momento di cambiare. Abbiamo una rosa di buonissima qualità: d’altronde, è la stessa che un anno fa ha ottenuto il settimo posto con l’aggiunta di Verdi e l’uscita di Falque, che quest’anno ha giocato solo tre spezzoni». Si passa al mercato. «Con Mazzarri avevamo deciso che fosse giusto mandare a giocare chi aveva avuto pochissimo spazio. Sono andati via Falque, avendo Berenguer, Verdi e Millico a cui si voleva dare più opportunit­à, Parigini che non ha mai giocato e Bonifazi che ha fatto tre partite e chiedeva fortissima­mente di essere ceduto. Alla fine il Milan ci ha chiesto Laxalt e lo abbiamo accontenta­to. Non abbiamo preso nessuno perché il mister preferiva avere in rosa un numero di giocatori più contenuto, evitando il rischio di avere qualche muso lungo».

Cari tifosi

Parla ai tifosi: «Il Fila aperto mi fa molto piacere, lo terrei aperto anche tutti i giorni». Ritorna sugli incidenti in curva Primavera con Napoli e Inter. «L’ultima cosa che voglio è mettere a rischio l’incolumità dei tifosi. Non avremmo mai venduto i biglietti agli ospiti se Questura e Ministero avessero sollevato dei rischi. Le decisioni sono state loro, noi tra l’altro abbiamo aumentato in due anni del 40% il numero degli steward». Gli chiedono del dissenso popolare, risponde: «Lo comprendo perché c’era l’aspettativ­a di un campionato migliore e diverso. In questi momenti bisogna avere la forza di accettare, capire e prendere il dissenso come uno stimolo». Chiude rivolgendo­si alla tifoseria: «In 15 anni ho dedicato una marea di tempo ed emozioni al Toro. L’ho sempre sentito come un club speciale, era la squadra di mia mamma. Mi ci sono buttato con una passione, un impegno e una voglia incredibil­i, anche investendo­ci. Oggi il mio saldo tra quello che ho preso e quello che ho speso è di 60 milioni immessi nel Toro. Continuo ad andare avanti con la stessa determinaz­ione e invito i tifosi a starci più vicini».

Quando Moreno ci lasciò, gli dissi che andava via solo in prestito...

Il presidente Cairo Presentand­o il nuovo tecnico

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(Foto: Urbano Cairo e Moreno Longo)
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LAPRESSE Bentornato Urbano Cairo, 62 anni, presidente del Torino dal 2005 dà il bentornato a Moreno Longo, 43 anni, già suo tecnico vincente della Primavera

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