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Sogno scudetto: la Lazio se vince sorpassa Conte e mette Sarri nel mirino
Recupero 17a giornata: Inzaghi insegue i record dei miti Maestrelli e Eriksson
L’occasione è ghiotta, forse unica. Il recupero di stasera col Verona (la partita che non si giocò alla diciassettesima giornata perché la Lazio era impegnata in Supercoppa) può consentire a Inzaghi di fare un salto grande così in classifica. Vincendo, i biancocelesti scavalcherebbero l’Inter e si porterebbero a due soli punti dalla capolista Juve. Un salto che aprirebbe scenari da sogno per la Lazio. E di passaggio (ma neanche poi tanto) consentirebbe all’allenatore di eguagliare i primati di due miti laziali come Maestrelli ed Eriksson. Niente male come programma. Per realizzarlo a Inzaghi «basterà» battere il Verona, impresa per nulla facile però («è la sorpresa del campionato, sarà dura», avverte Simone).
A caccia di record
Sarebbe l’ottavo successo di fila in casa, tanti quanti ne colse la Lazio di Maestrelli nell’indimenticabile annata 1973-74, quella del primo scudetto. Il record assoluto, in materia, è di 10 successi consecutivi, ottenuti però a cavallo di due tornei: dalla stessa Lazio di Maestrelli, che dopo quegli 8 successi colti nelle ultime 8 gare del 1973-74, ne fece altri 2 l’anno dopo per un totale di 10; e dalla Lazio di Piola che vinse 10 partite consecutive in casa tra i campionati 1935-36 e 1936-37. Per eguagliare Maestrelli sarà necessario vincere, è sufficiente invece un pareggio per raggiungere Eriksson. La cui Lazio nell’annata 1998-99, che precedette il secondo scudetto, restò imbattuta per 17 gare consecutive, striscia più lunga in assoluto nella storia del club. Quella di Inzaghi dura da 16 partite, stasera può quindi esserci l’aggancio all’allenatore svedese. A cui l’attuale tecnico ha già strappato il primato delle vittorie consecutive, portandolo a 11 (Eriksson era arrivato a 9).
Secondo posto
I record sono importanti, ma è ovvio che i biancocelesti pensano esclusivamente a prendere tre punti che consentirebbero loro di scavalcare l’Inter e isolarsi al secondo posto, a due punti dalla capolista Juventus. E allora sì che Inzaghi potrebbe seriamente cominciare a pensare di pareggiare Maestrelli ed Eriksson in qualcosa di più grande dei primati relativi a vittorie o partite utili consecutive. Qualcosa che, per scaramanzia e pudore, dalle parti di Formello non si vuole neppure pronunciare. «Presto per dire se i nostri obiettivi di partenza (la Champions, ndr) cambieranno — avverte Inzaghi —. Dobbiamo andare avanti con la spensieratezza che abbiamo avuto finora, ma anche con la consapevolezza di essere un gruppo forte, che ha già vinto tre trofei importanti». Lo scudetto almeno per adesso deve restare sullo sfondo.
Mai così in alto
È un dato di fatto, però, che questa Lazio evochi sempre più i fasti del passato. Se dovesse davvero portarsi a due punti dalla vetta, sarebbe un evento che — nel girone di ritorno — non accade da vent’anni, dalla stagione dell’ultimo scudetto. Nelle annate successive, infatti, nella seconda parte del campionato la Lazio è stata al massimo a tre punti dal primo posto. Spesso seconda (l’ultima volta con Pioli nel 2015, ma la Juve aveva 12 punti in più), però mai così vicina alla vetta (Petkovic nel 2013 era secondo alla prima di ritorno, a tre punti dalla solita Juve). Insomma, Verona permettendo, eguagliare questa sera Maestrelli ed Eriksson potrebbe essere il primo passo per eguagliarli anche a fine campionato.
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Se batte il Verona scavalca l’Inter e vede la Juve. Con altri due record
Conserviamo la spensieratezza, ma consapevoli di essere forti
Simone Inzaghi ALLENATORE DELLA LAZIO