Tamberi IL SAMURAI
«L’OLIMPIADE DI TOKYO È UNA DOLCE OSSESSIONE LA PREPARO PURE DI NOTTE»
Tutto per Tokyo. Tutto per quell’Olimpiade che a Rio 2016 avrebbe potuto essere e non fu. Se non in tribuna, spettatore in lacrime. Gianmarco Tamberi, già da tempo, vive in modalità a cinque cerchi. In funzione dell’appuntamento giapponese, in programma tra sei mesi, sta modificando la sua vita. Non solo quella sportiva. E, dopo quattro settimane trascorse ad allenarsi al caldo di Potchefstroom, in Sudafrica, ora nella sua Ancona si appresta al debutto stagionale.
3Non si sta mettendo addosso troppa pressione?
«Al contrario: questo lungo avvicinamento mi trasmette felicità ed enorme entusiasmo. Sono concentrato, ho i brividi e una voglia enorme. Sarebbe grave il contrario. Aspettavo questo periodo da quattro anni: non vedevo l’ora che il calendario dicesse 2020».
3Com’è stato il suo 2019?
«Complicato, difficile, trascorso in attesa della stagione che sarebbe arrivata. In alcuni momenti ho traballato: certi stop forzati non mi hanno permesso di avere continuità. Ma fa tutto parte del passato».
3Come sta adesso?
«Benone: da quando ho ripreso a lavorare, a inizio novembre dopo 20-25 giorni di stop post Mondiali di Doha, ho perso al massimo due o tre sedute, per una febbriciattola o per affaticamento. Per un mese ho fatto solo riattivazione, poi in Sudafrica grandi volumi da un punto di vista fisico, con solo qualche salto con rincorsa ridotta a cinque passi».
3Perché Potchefstroom?
«Perché è il miglior posto al mondo dove allenarsi nei nostri mesi freddi. C’è tutto: in particolare una fantastica pista in erba dove correre scalzi, perfetta per tendini e caviglie. È stato il mio sesto stage in sette anni, con un intermezzo a Stellenbosch, dove però il rapporto bianchi-neri è ancora complicato».
3Ma fa vita sociale?
«Proprio no: in 25 giorni sono uscito due volte. Per festeggiare i compleanni del mio fisioterapista Andrea Battisti e del mio concittadino Simone Barontini, che era lì con un gruppo di altri ottocentisti azzurri. Insieme ad Andrea, i miei compagni di viaggio sono stati papà-coach Marco e Silvano Chesani, amico che tenta di tornare in alto».
3 E adesso?
«Sono ancora “pieno” di tossine: ma questa settimana ho cominciato a diminuire i carichi. Spero di vedere presto i frutti di tanto lavoro. Intanto ho evitato ogni interruzione e tutti i riferi
L’azzurro a 6 mesi dai Giochi: «Mi segue un esperto del sonno. Al polso ho uno strumento che controlla i parametri del riposo»
Ci ha dato dentro anche in palestra?
«Come sempre molto poco: faccio tutto al campo a corpo libero, la forza non è per me».
3Ha introdotto novità?
«Quando non doppio le sedute, faccio stretching, fisioterapia, visualizzazione. Con più cura che mai».
Vuole specificare?
«Ho affittato una stanza vicino a casa e l’ho attrezzata con vasca del ghiaccio per la crioterapia, vasca di acqua calda e lettino per i trattamenti».
E la visualizzazione?
«È una tecnica che seguo da sei anni, un paio di volte alla settimana per 15-20’, da solo o col mio mental coach. Ricostruisco il salto al rallenty, a occhi chiusi e con sottofondo musicale. Certi automatismi vanno a riflettersi nella memoria neuromuscolare e in pedana poi ho una miglior percezione del tutto».
3L’esordio si avvicina...
«Domenica 23 febbraio al Palaindoor di Ancona per gli Assoluti. Alle 9.15 del mattino: ho chiesto quell’ora per simulare la qualificazione di Tokyo. E per lo stesso motivo, poco dopo, gareggerò di sera, al meeting di Belgrado. Tra i due impegni passeranno quattro giorni, in Giappone, prima della finale, saranno due».
3E la dieta?
«L’ho cominciata, sempre da autodidatta, a inizio anno: per il debutto conto di essere 78,5/79 kg. Inutile tirare la corda troppo in fretta, sarebbe controproducente».
3Quali altre cose mirate in vista di Tokyo? «Faccio molta prevenzione fisica. In più, da qualche tempo collaboro con un esperto del sonno di Milano. Vado a letto e mi alzo prima delle mie abitudini e al polso porto un actigrafo, strumento che controlla tutti i parametri del riposo, analizzandone l’efficienza».
3Quando andrà in Giappone?
«Mio fratello Gianluca la scorsa settimana è partito in avanscoperta a visionare le pedane dei campi di allenamento e gli ambienti relativi. E io dal 20 aprile farò un lungo sopralluogo di una ventina di giorni per poi ambientarmi al meglio».
3Ha già un programma per le gare all’aperto?
«Sarò al meeting della tappa del World Tour di Tokyo del 10 maggio. Dal Golden Gala di Napoli del 28 e fino al 20 giugno farò altre uscite in Diamond League, per poi tornare in officina e valutare una possibile presenza a Montecarlo il 10 luglio. Il 14, con papà e fisio, partirò per un raduno di 16-17 giorni a Sapporo, fino al trasferimento a Tokyo».
3Senza Alessia Trost...
«Con papà non funzionava, è stato giusto per entrambi cambiare. Si sono lasciati bene ed è importante. Le auguro tutto il meglio, è un’ottima persona. Egoisticamente, per me, in fondo è quasi meglio. Ero abituato a far da solo. E almeno in questo son tornato alle origini».
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«Dal 20 aprile farò un sopralluogo di una ventina di giorni in Giappone per poi ambientarmi al meglio»