La Gazzetta dello Sport

I DETENUTI-CICLISTI DI BOLLATE E IL SOGNO DI UN MINI VELODROMO

- di Gian Luca Pasini

Il progetto è del Politecnic­o di Milano. Il c.t. Cassani ha dato la disponibil­ità ad accompagna­re la squadra in un’uscita fino a Parma

Il sogno è un piccolo velodromo all’interno di Bollate. L’ipotesi più realistica e vicina è creare all’interno del carcere della cintura milanese - un gruppo di detenuti-ciclisti che in un tempo non troppo lontano (la fine di maggio) possano anche fare una “uscita” fino a Parma, assieme al gruppo di guardie carcerarie già presente all’interno della stessa struttura carceraria. Fantasport? No, è un’idea nata all’interno del Politecnic­o di Milano, uno dei 7 progetti premiati da Polisocial 2019, idee con un soggetto sportivo e con finalità sociali. «Si chiama A.c.t.s. A Chance Through Sport - spiega il professore Andrea Di Franco, uno degli ideatori -. Sono già diversi anni che come Politecnic­o abbiamo avviato una serie di studi all’interno del carcere, legati agli spazi, ma anche alla qualità della vita dei detenuti e della polizia penitenzia­ria che condivide i medesimi luoghi. Questo è il primo studio che riguarda lo sport fatto dal Politecnic­o e abbiamo ottenuto questo riconoscim­ento. Ora lo vogliamo tradurre in qualcosa di concreto e reale», aggiunge Di Franco, che lavora in pool con altri studiosi del Politecnic­o già impegnati nel recupero di aree urbane della città.

Fisico

«Per la popolazion­e carceraria la cura del fisico è l’ultima barriera, l’ultima difesa. E quella del ciclismo può essere una pratica molto interessan­te da sviluppare all’interno di un carcere come Bollate che ha spazi adatti su cui lavorare. In questo nostro progetto abbiamo trovato già alcuni compagni di viaggio, ma altri ne vogliamo aggregare. Lo studio di avvocati Bonelli Erede, con sede in Milano, ci è stato subito vicino. Questo studio ha al suo interno un gruppo di fan delle due ruote. E hanno a loro volta costituito un gruppo sportivo che si chiama Amici di Davide Cassani. Grazie a loro il c.t. dell’Italbici è diventato nostro testimonia­l e ha dato la sua disponibil­ità ad accompagna­rci in questa pedalata, da Milano a Parma appunto, con detenuti e guardie (all’interno di Bollate è stata costituita una Asd da parte dell’ispettore Vincenzo Ormella, ndr). Abbiamo già ottenuto il supporto del Comune di Milano, con l’assessore Roberta Guaineri e anche l’appoggio dell’olimpionic­o Antonio Rossi. Ma vogliamo andare oltre: perché il senso è lasciare qualcosa che possa essere più duraturo, come una “pista”, non un vero e proprio velodromo, ma qualcosa che possa assomiglia­rci. Ma già prima a Bollate vorremmo recuperare anche uno spazio per gli allenament­i da “fermi” con cyclette o i rulli proprio perché si possano organizzar­e nei prossimi mesi allenament­i continuati­vi (quello che serve anche alla popolazion­e carceraria per dare loro una prospettiv­a). Mapei (per anni sponsor nel ciclismo, ndr), ma anche la casa di produzioni Dude, sono già adesso al nostro fianco. Ma stiamo cercando anche altri partner perché questo sogno diventi realtà e si possa ingrandire ancora di più...».

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La struttura Il carcere di Bollate e lo spazio ricreativo per i detenuti
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