UNA FRENATA NELLA LOTTA AL VERTICE
Dopo la striscia di vittorie consecutive (11) interrotta nel derby, ieri la Lazio ha spezzato anche la catena dei successi casalinghi (7) fermandosi a un passo dal record di Maestrelli 1973-74. Aggiungiamoci l’eliminazione in Coppa Italia e Ciro Immobile, per una volta, poco lucido al tiro. Il tutto forse non dà il senso di una frenata brusca, anche perché la Lazio ha comunque ha eguagliato i 17 risultati utili di fila di Eriksson 1988-89, ma la cosa fa riflettere. Il Verona ha giocato in crescendo. La squadra di Inzaghi ha finito con la lingua fuori. Luis Alberto ha colpito due pali e confermato l’eccellenza tecnica della squadra. Ma devono giocare sempre i migliori. Per schiodare una partita ostica come quella contro l’ottimo Verona, Simone ha cambiato due terzini e immesso un mediano. Poteva poco di più. Fermo Correa, sono già finite le alternative offensive di livello. Il mercato di gennaio avrebbe dovuto fornirle per alimentare il grande sogno. Il rischio che la Lazio si sgonfi nel ritorno, come un anno fa, c’è. Ma, anche se ha fallito il sorpasso all’Inter e l’approdo al secondo posto, resta una candidata credibile perché è più matura, perché ha Immobile, perché ha già battuto due volte la Juve, perché non ha più coppe da rincorrere e perché ha un gioco più definito, rispetto a Juve e Inter. La Juve, oltre ai 3 punti sulla seconda, che non sono banali, ha il vantaggio della rosa più profonda e qualitativamente più attrezzata. Dybala in panchina è uno spot dell’abbondanza, inquietante per la concorrenza. Per schiodare una partita come quella di ieri, Sarri avrebbe pescato dalla panchina ben più di due terzini e un mediano. Ha un arsenale nascosto sotto i piumini d’oca, dalla Joya in giù. Chiellini, rientrato in gruppo, cementerà una difesa che ha traballato spesso. In quota Juve anche il calendario, visto che i primi rivali dovranno passare tutti dallo Stadium: Inter, Lazio, Atalanta, Roma... Gli effetti collaterali dell’abbondanza sono le scelte. Uno tra Douglas Costa, Dybala e Higuain andrà sempre in panca. Bisognerà lavorare di psicologia e di turnover che non aiuterà la rieducazione sarriana ancora in corso. La Champions, pensiero ossessivo di Madama, assorbirà diverse energie. Molto più di quelle che spenderà l’Inter in Europa League, meno sexy. Conte cercherà di approfittarne, ora che, a differenza di Simone Inzaghi, ha ottenuto dal mercato quasi tutto ciò che gli serviva per aumentare la qualità del suo gioco e, soprattutto, per intercettare la fatica dei titolari e non vedersi più sfilare nel secondo tempo punti messi in tasca nel primo. Aver evitato ieri il sorpasso della Lazio, aver tenuto il secondo posto è stata una bella botta di salute. Ora Conte cercherà di usare il derby e il successivo incrocio con la Lazio come un trampolino per lanciarsi sulla Juve, nel duello del primo marzo allo Stadium con un Eriksen tirato a lucido. Complimenti al Verona, che sembra il farmaco generico rispetto a quello originale: l’Atalanta. Costa meno, ma ha gli stessi principi attivi. Juric è bravo. Anche a prendere appunti mentre aiuta i maestri.