Conti l’altruista Theo il cecchino Ai lati c’è un tesoro
Hernandez è il bomber del Milan e Pioli ha rilanciato l’ex Atalanta: che energia
Lo spot perfetto è andato in scena con l’Udinese: Andrea ruba palla a un avversario in uscita e la scarica centralmente, poi corre sulla destra, riceve e mette in mezzo pescando Rebic, gol. Su calcio d’angolo, Theo aspetta un pallone vagante sulla trequarti e lo calcia al volo non appena piove dalle sue parti: gol. Si va sul classico o sull’alternative rock, lato A o lato B purché sia lato: sulle fasce, con Conti ed Hernandez, il Milan ha scoperto un tesoro.
Bomber Theo
A luccicare di più è ovviamente quello mancino, non a caso per andare a scovarlo questa estate si è mosso una leggenda del ruolo come Paolo Maldini: il forziere era sull’isola di Ibiza e il gioiello non godeva di grande fama. In Spagna, dove Theo Hernandez è cresciuto e ha giocato fino al blitz del d.t. rossonero, l’etichetta di bad boy copriva quella di talento dal grande futuro: il Real ha accettato di lasciarlo partire per 20 milioni, oggi il terzino francese ne vale almeno 50. Perché Hernandez spinge come un bolide e segna come un centravanti: tra campionato e Coppa Italia ne ha già fatti 6, più di chiunque altro nella rosa del Milan, e in Serie A (5 gol) punta al record di Aldo Maldera, difensore rossonero più prolifico in una sola annata con 9 reti in 30 presenze nel 1978-79. Mira da cecchino ma non solo: Theo esalta i tifosi e conquista gli addetti ai lavori perché offre soluzioni di gioco alternative e per la personalità che ha messo in mostra fin dalle prime uscite estive in amichevole: a dispetto dei suoi 22 anni, Hernandez si assume quasi sempre responsabilità da capobranco, muovendosi come una sorta di play decentrato. Attitudine che è rimasta intatta anche con l’arrivo in squadra di un leader designato e riconosciuto come Ibra: tra Cagliari e Brescia, gare in cui lo svedese ha giocato da titolare, Theo è stato il milanista ad aver giocato più palloni a partita, tendenza già evidenziata con Giampaolo e accentuata con Pioli: in 19 partite da titolare, Theo è stato per 11 volte il rossonero ad aver giocato più palloni. Proprio Pioli, appena arrivato a Milanello, aveva provato a studiare un sistema di gioco che potesse sfruttare le qualità del francese in fase di attacco: per un paio di partite il Diavolo era sceso in campo schierandosi con un 3-2-2-3 che si richiamava al vecchio WM di cui Theo era uno dei tre attaccanti.
Spinta Conti
Ma la chiave come sempre è l’equilibrio, e Pioli è tornato subito alla difesa a quattro: un Hernandez che agisce da terzino “alto” diventa meno prevedibile e restituisce spazio a Conti dall’altra parte. Non è casuale che l’ex Atalanta abbia guadagnato posizioni nelle gerarchie una volta trovato l’assetto giusto, scavalcando spesso l’amico Calabria, rispetto al quale può vantare più efficacia in fase di spinta: cross per le punte e inserimenti come ai tempi dell’Atalanta di Gasp (dove giocava da esterno nel 3-4-1-2). Con l’Udinese è arrivato il primo assist stagionale, che si aggiunge agli altri serviti con Genoa, Empoli e Samp (in Coppa) nella stagione passata, quella del rientro dopo il lunghissimo calvario. Il punto debole su cui lavorare resta l’aspetto difensivo, su cui né Conti né Hernandez si sono dimostrati sempre affidabili. L’Inter sarà il terreno di prova più duro, anche se gli uno contro uno potrebbero spalancare praterie inaspettate, dipende dal lato da cui la si guarda. Pioli e il Milan sperano sia quello di Theo o di Andrea.
TEMPO DI LETTURA 2’49”
●Come
6
I gol in stagione
1
Assist per Conti