La Gazzetta dello Sport

Mihajlovic guiderà da remoto: vuole la vittoria n°100 in A

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●(mdv) Dopo aver presenziat­o in panchina (per la dodicesima volta stagionale) sabato scorso in Bologna-Brescia, stasera Sinisa Mihajlovic non sarà all’Olimpico ma guiderà la sua squadra da remoto, come accaduto spesso dopo quel 13 luglio: ricoverato dal 27 gennaio scorso al Sant’Orsola per una terapia antivirale, Sinisa dovrebbe completare questo nuovo percorso della durata di due settimane all’inizio della prossima settimana. Nel frattempo, il messaggio di Sinisa è chiaro con l’idea di poter vincere subito la gara numero 100 in Serie A. «Lui ci ha dato un

TEMPO DI LETTURA 2’59’’ cambio di mentalità e dobbiamo continuare a fare il nostro gioco: identità e ricerca del gol» dice il tattico Emilio De Leo. Bologna senza Dijks, Krejci, Medel e Poli squalifica­to; in più, Sansone e Santander staranno fuori quasi un mese per problemi muscolari, quindi Tanjga avrà a disposizio­ne in panchina solamente nove uomini. Con la possibile variante Svanberg (utilizzabi­le sia in mezzo al campo e sia da ala sinistra), Mihajlovic ha in mente di far debuttare dal 1’ Barrow come ala sinistra e di mettere Dominguez vicino a Schouten. La squadra rientrerà domani.

Non sono riuscito a creare un rapporto con Pallotta Saputo lo sento anche come un amico

Lo stadio? Il via ai lavori nel 2021 è possibile. Ferrara, Modena o Ravenna i campi temporanei

3 Pallotta è in uscita, se lo aspettava? La differenza fra lui e Saputo?

«Sapevo che Jim era molto affezionat­o al progetto della Roma e avrebbe voluto aspettare la definizion­e dell’operazione-stadio prima di uscire, però credo che alla fine lui fosse un po’ stanco di gestire una realtà così complessa. Come complesso è, ora, il passaggio societario. Lui e Saputo come impronta caratteria­le sono completame­nte differenti: con Jim, fors’anche per responsabi­lità mie, non sono riuscito a creare un rapporto solido; con Joey posso permetterm­i di dire che nel rispetto del ruolo lo sento molto più come un amico, oltre che presidente».

3 A Bologna arriverà prima l’Europa o l’inizio del restyling del Dall’Ara?

«La seconda dipende dal Comune e da noi, la prima da Palacio e i suoi ragazzi (sorride, ndr). A giorni costituire­mo la società che dirigerà il progetto, controllat­a totalmente dal Bologna. Entro due settimane presentere­mo la manifestaz­ione di interesse al Comune: Saputo arriverà a giorni e parleremo anche di questo, poi entrerà il partner edile, italiano. L’idea che si parta alla fine del 2021 è valida: va scelto lo stadio dove giocare se non che una delle imprese prevede anche l’idea di restare al Dall’Ara, idea che però procrastin­erebbe tempi e aumentereb­be i costi. Sennò decideremo fra Ferrara, Modena ma anche Ravenna, che è una novità sulla quale stiamo lavorando».

3E il Bologna in Europa? «L’obiettivo con Mihajlovic è stato quello di costruire una squadra in grado di lottare per l’Europa. E se arriva prima di un triennio siamo tutti felici. Ci danno forza due cose: Sinisa col lavoro del suo staff e la qualità della rosa, soprattutt­o in prospettiv­a».

3Sinisa poteva andare alla Roma l’estate scorsa: quanto avete avuto paura di perderlo? «Dopo la cavalcata-salvezza sapevamo che ci sarebbe stato un grande interesse ma forti anche del rapporto umano speravamo che alla fine decidesse di restare. Lo ha convinto la serietà della proprietà e i rapporti personali fra tutti noi. Comunque vada il campionato, quello che conta è che Sinisa si rimetta e stia bene: questa è la vittoria di quest’anno».

3Quanto vi ha arricchito tutto ciò che è accaduto?

«Di lui abbiamo conosciuto ancor più l’uomo, la sua umanità che prima si intravedev­a, i valori. E la forza. Tutto trascinant­e. Quando si presentò a Verona sorprenden­do la squadra - per la prima di campionato, ci trovammo io, lui e Sabatini in una stanza: Sinisa e Walter stavano vivendo momenti delicati e, prima della partita, nacque la loro sfida dei 100 metri camminati. Anche questo è senso di un club-famiglia».

3Sinisa premiato come esempio a Coverciano ma secondo nella Panchina d’oro.

«La vincerà: per ciò che farà sul campo col Bologna».

3Uno l’avevate preso, Ibanez: c’è attrito ora con la Roma? «Dinamiche di mercato. Ci avrebbe fatto piacere averlo ma abbiamo già individuat­o per giugno uno più forte di lui».

3Voce: De Rossi a Bologna in futuro.

«Consideran­do la persona molto carina e che ha una padre-maestro, se volesse seguire le orme del papà cominciand­o dal settore giovanile lo accogliere­mmo a braccia aperte».

3Scusi Fenucci: il suo sogno? «Vincere la Coppa Italia, ma ogni volta che lo dico non arriviamo nemmeno ai quarti... (sorride, ndr). La formula è un po’ cambiata ma a suo tempo proposi variazioni dicendo che non è sportivo ed è ingiusto che si possa vincere partendo dagli ottavi: sarebbe opportuno far partire tutte le squadre di A dai sedicesimi eliminando una delle due semifinali per non ingolfare il calendario. Mi dissero che chi acquisisce i diritti preferiva così, ma risposi che in un calcio che fattura un miliardo e 350 milioni si può prendere un po’ meno soldi privilegia­ndo di più l’affetto sportivo creando una competizio­ne che rappresent­a il vero sogno dei club di medie dimensioni. Sognare in grande dev’essere possibilit­à di tutti».

TEMPO DI LETTURA 3’56”

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Sul Dall’Ara
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Su Saputo

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