Il mangia allenatori LA DIETA DI CELLINO TRE CLUB IN 28 ANNI CAMBIATI 38 TECNICI CON 34 ESONERI
Così va avanti dal 1992 a oggi il proprietario di Cagliari, Leeds e Brescia. Corini l’ultimo licenziato, Radice il primo... dopo una gara
La libertà non consiste nell’avere un padrone giusto, ma nel non averne alcuno. Lo diceva Cicerone, non lo dicevano all’ufficio di collocamento. I 38 allenatori che hanno avuto Massimo Cellino come padrone forse avrebbero voluto non averlo per l’assenza di certezze che lavorare con lui trasmette. Diego Lopez faceva già parte di quei 38, così come Eugenio Corini del quale ha preso il posto. L’uruguaiano era stato esonerato a Cagliari da Cellino nella stagione 2013-14 dopo essere entrato (così come lo stesso Cellino) nella storia del club sardo. La schiettezza non si ferma davanti alla storia.
Il primo fu Radice
Cellino ha avuto 38 allenatori alle sue dipendenze tra Cagliari, Leeds e Brescia infilando in 28 anni 34 esoneri. C’è chi è riuscito a iniziare e finire la stessa stagione senza interrompere il discorso. Carlo Mazzone è stato il primo, nel 1992-93. Ma fu subito un caso isolato perché Gigi Radice nella stagione successiva durò una giornata e al suo posto arrivò Bruno Giorgi. Tra dimissioni, licenziamenti ed esoneri il borsone di ricordi si ingrossa. «Voglio che Cellino mi parli. La parte del c... non la faccio», disse Radice al tramonto dell’agosto 1993. Il reperto del primo esonero merita il ricordo. A Cagliari si sono interrotti rapporti di lavoro con uomini che avevano dato o avrebbero dato al calcio materiale di cui scrivere. Oscar Tabarez dopo un giro completo venne esonerato nel 1999, Giovanni Trapattoni nel 1995-96, Massimiliano Allegri nel 2009-10 (dopo una stagione intera portata a casa, va detto), Roberto Donadoni che addirittura venne esonerato prima dell’avvio del campionato 201112. Allenatori di ogni modello: dal filosofico al pratico, dallo sportivo all’amante del completo elegante. Mazzone però rischia di essere un esempio unico in questo panorama. La narrativa ricorda l’aneddoto del 1992 con Cellino intenzionato ad acquistare un ancora sconosciuto George Weah e il tecnico che gli rispose «se me lo compra nun lo faccio giocà». Parole di un orgoglio e di uno spessore umano che forse non si ritrovano più... Cellino ha collezionato allenatori ed esoneri anche fuori da Cagliari e fuori dall’Italia.
Anche all’estero
Quando rilevò il Leeds, gli inglesi non erano abituati. Il presidente ci mise poco a cambiare i modi di fare dei suoi predecessori. Dal 2013 al 2017 sono passati 7 allenatori con dentro 4 esoneri. L’aggancio alla Premier League non arrivò e così il presidente decise di scivolare ancora nel Sud dell’Europa, in Italia. Da quando è a Brescia, meno di due anni, sono passati cinque allenatori in cerca di stabilità. Gli esoneri sono già sette e qualcuno è stato cacciato, richiamato e ricacciato. Come il gioco delle sedie con la musica che finisce all’improvviso. Ogni tanto qualcuno ha piegato le gambe e non ha più trovato il contatto se non una volta a terra. «Non mi piace, l’ho sopportato per diverso tempo, i suoi cambi di panchina sono una barzelletta - ha detto Nedo Sonetti -. Lui alla fine vuole fare l’allenatore». Aveva ragione Cicerone che guardava ben oltre e non conosceva il calcio. La libertà consiste nel non avere un padrone.