La Gazzetta dello Sport

«Io come all’Ajax Genoa, ti guiderò verso la salvezza»

Il danese ora è finalmente protagonis­ta «Qui c’è un forte senso di appartenen­za»

- di Filippo Grimaldi - GENOVA

Nella sua vita precedente - sette anni di gloria con l’Ajax - il Maestro danese, Lasse Schone ha coltivato quell’infinita ricerca del successo («Ik haat verliezen», «io odio perdere»), che è poi lo specchio del suo stile di vita. Ed aiuta a comprender­e quanto il suo processo di adattament­e all’Italia sia stato lungo e tormentato. Nessun dubbio sul fatto che le sue ultime prestazion­i siano state le migliori da agosto ad oggi. È stato complicato integrarsi nella nuova realtà? «Normale che sia avvenuto così, perché l’ambiente è totalmente diverso da quello a cui ero abituato in Olanda. Adesso, però, la storia è cambiata: veniamo da due gare molto positive contro Fiorentina e Atalanta, che hanno certificat­o la nostra crescita».

Lei può avere risentito più di altri delle difficoltà del Genoa, abituato com’era a lottare per obiettivi più ambiziosi?

«È una chiave di lettura particolar­e, ma mi trova sostanzial­mente d’accordo. Ma sono consapevol­e della mia realtà: ovvio che se avessimo pareggiato con la Juve, ad esempio, l’avrei ritenuto un risultato molto positivo. Ma sono un profession­ista e sta a me trovare l’equilibrio in ogni situazione. Anche se fatico da sempre ad accettare la sconfitta».

Nel suo caso, questo arriva dalla famiglia? «Esattament­e. Ai miei figli non interessa il risultato delle partite, o se io faccio gol: così mi aiutano a trovare un equilibrio ideale. Resta il fatto che sono perfettame­nte integrati in questa nuova realtà genovese. Mio figlio, nove anni, gioca nelle giovanili del Genoa. Da mio padre, che al pari di mio nonno ha fatto il calciatore in Danimarca, ho ricevuto un consiglio prezioso: “Fai tu le scelte liberament­e”. Non ero obbligato a diventare calciatore. Dovevo solo essere onesto con me stesso».

L’ultima volta in cui ha vissuto una situazione simile - a livello di squadra - a quella attuale risale a 14 anni fa, quando giocava nel De Graafschap di Utrecht.

«Proprio così, ma la grandezza di una persona sta nel sapersi adattare a nuove situazioni. Al di là degli obiettivi della squadra, si lavora molto sulla tattica. Nicola ha avuto un ruolo importante, il quadro è sempre più chiaro ogni settimana».

Il centrocamp­o sembra ora più a... misura di Schöne. «Diciamo che ora la mia corsa è più redditizia, ma tutta la squadra si sta esprimendo meglio. Siamo stati sfortunati a Firenze, a Bergamo abbiamo meritato il pari, domenica prossima sarà fondamenta­le la sfida con il Cagliari. Sono cresciuto nel mito di Michael Laudrup, Roberto Baggio, Bergkamp e Litmanen. Cinque o sei anni fa ho arretrato la mia posizione, mi piace costruire il gioco».

Nel 2012-13 è stato compagno per un anno di Eriksen nell’Ajax. Può essere il giocatore in grado di portare la qualità dell’Inter al livello di quella della Juventus?

«Credo di sì, è un giocatore straordina­rio. Guardate nel Tottenham quante occasioni ha permesso di creare, quanti assist ha fatto. Se trasferiam­o questo discorso in un club come l’Inter che ha Lukaku in attacco, le occasioni da rete si moltiplich­eranno. E poi lui è un ragazzo splendido sul piano umano, un’ottima persona. gli auguro di fare bene tutte le sue partite in Italia, tranne due...».

3 L’Ajax, dopo il suo addio, le ha dedicato un trofeo per il miglior gol del mese?

«Sono orgoglioso della loro scelta, ma ora sono concentrat­o sul presente e in testa ho solo la salvezza del Genoa. Il resto verrà più avanti».

Ha sempre elogiato il senso di appartenen­za dell’ambiente Ajax, a tutti i livelli.

«Al Genoa ho ritrovato la stessa sensazione: è un club dove si percepisce lo stesso orgoglio di lavorare per questi colori. Sono qui solo da appena sei mesi, ma l’ho percepito subito: la passione del team manager Pellegri ne è l’esempio».

Lei vivrà da protagonis­ta anche l’Europeo con la Danimarca, di nuovo qualificat­a dopo otto anni.

«Un girone difficile, con Russia, Finlandia e Belgio, ma giochiamo le prime tre gare a Copenaghen e chissà...».

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LAPRESSE Lasse Schöne, 34, è lo straniero con più presenze nell’Ajax: 201

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