Lorenzo rinato dopo i test «Questo team è casa mia»
Il n°1 Jarvis: «In Giappone hanno rifatto il motore, e noi in Europa abbiamo blindato i piloti del futuro»
Sono stati mesi di fuoco. Ma adesso Lin Jarvis può essere più che soddisfatto. «Yamaha ha lavorato senza sosta in Giappone e in Europa — racconta il responsabile delle corse della Casa di Iwata — Nel 2019 siamo cresciuti, abbiamo ritrovato la strada, ma avevamo bisogno di più: per questo nei test di fine stagione abbiamo provato il nuovo motore e in inverno gli ingegneri hanno cercato di migliorarlo, grazie anche alle precise indicazioni dei piloti. Questi test serviranno per vedere il risultato del lavoro. In Europa, invece, ci siamo occupati dei contratti: con sei Case affamate di risultati, bisogna fare presto». Jarvis ripercorre la lunga trattativa. «Abbiamo parlato prima con Valentino ed è stata la scelta più difficile, perché la sua decisione di aspettare comportava delle conseguenze. Siamo arrivati alla conclusione che non sarà più nel team interno, ma per lui una M1 ufficiale ci sarà sempre. Per il 2020 ci aspettiamo molto da Viñales e, naturalmente, anche da Rossi». Il capo progetto, Takahiro Sumi, ha sottolineato lo sforzo senza precedenti per migliorare le prestazioni. «Abbiamo iniziato lo sviluppo del motore a metà 2019 — spiega — e durante l’inverno abbiamo lavorato duramente impiegando tutte le risorse Yamaha, non solo i tecnici del reparto corse: ognuno ha dato il proprio contributo».
Un’altra persona
Al suo fianco, Jorge Lorenzo, felice e rilassato: tutt’altra persona rispetto a quella cupa e immalinconita del periodo Honda. «Questa è casa mia, sono orgoglioso di essere tornato in Yamaha. Se sono qui, è anche per merito di Alberto Puig (team manager HRC, n.d.r.): non ha imposto nessun divieto su altre moto nel momento della recessione del contratto». Lorenzo fatica a contenere la gioia: «Mi sono divertito un bel po’ a guidare la M1, come non mi capitava da tempo» conferma. Naturale pensare a un suo ritorno in pista. Jorge se la cava con una battuta: «A Valencia avevo detto che il mio ritiro era da considerarsi al 99%; diciamo che adesso siamo al 98%...». Sulla possibilità di vederlo in pista già nel 2020 con una wild card risponde Jarvis. «Ne abbiamo discusso: è un’opzione per noi e per lui. Non è la priorità, ma se ci fossero le condizioni, perché no?». Per ora, di sicuro, c’è che Jorge dovrebbe tornare in pista dopodomani, ultimo giorno di test, ma solo se i piloti titolari avranno completato i programmi. In Yamaha sono soddisfatti del lavoro fatto nei 46 giri completati martedì, ma deve migliorare fisicamente: per ora non fa più di 3 giri consecutivi.
Jorge wild card è una possibilità. Perché no, se ci sono le condizioni
Il mio ritiro? Se a Valencia era definitivo al 99% ora siamo al 98%...