La Gazzetta dello Sport

Virtus, fidati della storia Questo trofeo parla italiano

Alle 19.30 a Tenerife la semifinale con gli argentini del San Lorenzo L’Ignis vinse la 1a edizione, poi...

- Di Andrea Tosi

Quarantott­o ore dopo la beffa col Partizan, la Virtus cambia fronte internazio­nale per le Final Four della Coppa Interconti­nentale in programma a Tenerife. La squadra bolognese è al debutto assoluto in questa manifestaz­ione alla quale partecipa come campione uscente della Champions League anche se in estate è passata nel sistema Euroleague. Stasera nella prima semifinale (ore 19.30 italiane) affronta gli argentini del San Lorenzo de Almagro nelle cui fila milita Esteban Batista, il centro uruguagio che ha vinto lo scudetto con Milano e Venezia nel biennio 201517. A seguire la seconda semifinale (ore 22) tra i padroni di casa di Tenerife e i Rio Grande Valley Vipers, campioni in carica della G-League, la lega di sviluppo Nba. Domenica le finali.

Che storia

La Coppa Interconti­nentale ha una lunga e travagliat­a storia. Nata a metà degli Anni 60 per consentire un confronto tra il basket europeo e quello delle Americhe, si è evoluta e involuta con formule sempre diverse fino a scomparire nel periodo 1988-2012 salvo un tentativo di rinascita nel 1996 e poi rivivere dal 2013 ad oggi col vuoto dell’edizione 2018. Insomma una coppa a singhiozzo che negli Anni 70-80 aveva assunto un valore primario con la partecipaz­ione e i successi di grandi club europei mentre gli Usa schieravan­o squadre di leghe amatoriali e college di seconda fascia. La prima edizione, disputata a Madrid nel 1966, vide il successo dell’Ignis Varese di Gavagnin (giocatore-coach), sui brasiliani del Corinthian­s. Nel tempo la coppa venne intitolata a William Jones, l’ineffabile dirigente britannico, segretario generale Fiba per 44 anni, diventato famoso per avere decretato “motu proprio” la ripetizion­e degli ultimi 3” della finale olimpica di Monaco 1972 vinta dall’Urss sugli Usa. Varese è il club italiano con più titoli (3, gli altri due nel 1970 e 1973), seguita da Cantù (1975 e 1982), la Roma Caput Mundi di coach Bianchini (1984) e Milano (1987), ultima vincitrice tra le nostre squadre in una edizione giocata al Forum. Quella Milano esibiva il mitico trio D’Antoni-McAdoo-Meneghin, guidata in panchina da coach Casalini. Prima erano passati per questa coppa altri campioni: Bob Morse nella grande Ignis con Manuel Raga e lo stesso Meneghin. Charlie Recalcati e Pierlo Marzorati, protagonis­ti del successo al doppio supplement­are sul Real che consentì alla Forst Cantù di vincere il trofeo come invitata speciale. Il brasiliano Oscar, autore di 42 punti nella finale 1979 vinta dal suo Sirio contro il Bosna di Tanjevic e Delibasic, e poi Sabonis, dominatore della finale 1986 con lo Zalgiris.

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CIAMILLO Serbo Milos Teodosic, 32 anni, contro Toto Forray, 33, play di Trento nella sfida di Eurocup al Paladozza

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