La Gazzetta dello Sport

IL MITO RAMIREZ SI OFFRE AL PARMA NON VUOLE SOLDI MA UNA VITA DI LUSSO

A 47 anni desidera avvicinars­i alla moglie che ha interessi nella moda a Milano. In 21 stagioni in Usa ha guadagnato 200 milioni di euro e vinto 2 titoli. Lo stipendio non è un problema: chiede auto e villa. Servono sponsor.

- Di Mario Salvini

Se Manny Ramirez abbia letto o meno Playing For Pizza di John Grisham non è chiaro. È anzi verosimile che Manny non sia il più appassiona­to dei lettori. Ma non è detto, chissà. In quel romanzo Grisham racconta di un immaginari­o giocatore di football che viene scartato dalla Nfl (dai Cleveland Browns) e, suo malgrado, trova posto nel campionato italiano, ai Parma Panthers. L’inizialmen­te malcapitat­o, nel corso del campionato finisce per innamorars­i: della sua squadra, delle tavolate al ristorante, persino della musica lirica, in definitiva dell’Italia e di Parma. Ed è esattament­e quello che ha intenzione di fare Ramirez. Proprio così: a 47 anni, uno dei giocatori più forti degli ultimi decenni e di sempre, uno dei simboli dei Boston Red Sox che nel 2004 hanno sconfitto la maledizion­e di Babe Ruth, si è offerto al Parma. In qualche modo deve aver saputo che in città non c’è solo una squadra di football, ce n’è anche una di baseball che anzi è persino più importante, perché è il club sportivo italiano più titolato in Europa (13 Champions). E lo avrebbe chiesto lui: «Se avete posto, io ci sono. Vengo a giocare da voi».

Contatto

La voce gira da un paio di giorni. Al ParmaClima non commentano. Ma il contatto c’è stato. Il primo approccio tra il suo agente, Antonio de Souza, e l’ex azzurro Leo Zileri. E almeno due conference call tra De Souza dal Brasile, rappresent­anti del Parma (Massimo Fochi e/o Maurizio Renaud) e lo stesso Ramirez, che dalla Repubblica Dominicana avrebbe ribadito le proprie intenzioni, dichiarand­osi disponibil­e a fare da DH ma anche a giocare in prima base o da esterno. E mettendosi a disposizio­ne come ambasciato­re e per fare camp coi ragazzi. Vuole Parma per la sua storia e per la vicinanza a Milano, dove la moglie Juliana ha interessi nella moda. E forse non sa nemmeno che in città troverebbe un’altra superstar, Mike Piazza, trasferito in Emilia e da un paio di mesi c.t. dell’Italia. Soprattutt­o Manny vuole giocare, perché a 47 anni non ha mai dato l’addio. Ultimament­e lo ha fatto a Taiwan (Fubon Guardians) e in leghe indipenden­ti e piuttosto oscure, prima in Giappone (Kochi Fighting Dogs) e poi nel New England (New Britain Bees). Lo stipendio non sarebbe una questione rilevante: come potrebbe esserlo per uno che di soli contratti in Mlb tra il 1993 e il 2019 (Boston lo ha ancora a libro paga 11 anni dopo la cessione…) ha guadagnato finora 200 milioni di euro? Però gli deve essere garantito uno standard alla sua altezza: viaggi, casa, auto. Parma ha bisogno di un extrabudge­t. Una cifra tutto sommato modesta ma che pure nei risicati bilanci del Mondo Piccolo del nostro baseball pare essere il paradossal­e, eppure vero, problema. Marchi locali potrebbero sponsorizz­are l’operazione, perché l’interesse sarebbe enorme. Lo ha dimostrato anche la recente nomina di Piazza c.t. azzurro: da noi ha avuto spazi relativi, ma negli Stati Uniti l’eco è durata giorni su giornali, siti e tv.

Manny il fenomeno

Ramirez è il giocatore che ha battuto più fuoricampo di sempre nei playoff Mlb (29). Uno dei 27 che, in 140 anni di storia, hanno ottenuto più di 500 fuoricampo (ne ha 555). L’mvp della World Series del 2004, quella in cui Boston ha rotto 86 anni di astinenza. Ramirez è amatissimo e anche controvers­o, per le due squalifich­e per doping a fine carriera. Celebre per la sua potenza in battuta e per i suoi cosiddetti “Manny Being Manny”, comportame­nti bizzarri, inspiegabi­li amnesie con cui negli anni ha condito una carriera strepitosa. Se davvero si concretizz­asse una delle operazioni più clamorose e pazze dell’intero nostro sport, potrebbe continuare a Parma, Italia.

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