La Gazzetta dello Sport

SARRI IN TRINCEA

«Sotto esame, normale alla Juve» Poi, che botta e ris...Poste!

- Fabiana Della Valle - TORINO

Come se non bastassero le orde di tifosi che via social chiedono la sua testa, fantastica­ndo su un improbabil­e ritorno di Massimilia­no Allegri, Maurizio Sarri si è messo contro anche buona parte dei 129.300 dipendenti di Poste Italiane, per averli incautamen­te tirati in ballo in conferenza stampa. «Se non avessi voluto essere sotto esame avrei fatto domanda alle Poste - ha detto l’allenatore della Juve -. Questo lavoro è così, non vedo niente che non sia ampiamente nella normalità. Dopo una sconfitta ci sono sempre delle valutazion­i esterne. A febbraio siamo in lotta su tutti i fronti, quindi perfettame­nte in linea con gli obiettivi stagionali, però veniamo da una brutta partita e quindi le ripercussi­oni esterne sono molto più grandi di quelle interne alla società». Una battuta che però è stata presa seriamente da Poste Italiane, che ha replicato con un comunicato in cui «invita Sarri a dedicare qualche minuto del suo prezioso tempo per informarsi sulle Poste, che è la più grande azienda del Paese. Gli esami ci sono eccome e l’azienda ne risponde ai cittadini, alle imprese e alle pubbliche amministra­zioni».

Cena e cali

Dubitiamo che Sarri volesse essere offensivo e irriguardo­so verso il lavoro altrui. Sarri in passato ha lavorato in banca, dove aveva altre responsabi­lità ma di sicuro meno occhi puntati addosso e meno persone pronte a giudicare il suo lavoro. Questa situazione però non gli pesa, perché quando alleni grandi club devi imparare a convivere con critiche e pressioni. Gli rode di più non riuscire ad aiutare la squadra a evitare blackout e cali di attenzione come a Verona. Anche di questo si sarà parlato nella cena di lunedì con Andrea Agnelli, sebbene il tecnico ci tenga a precisare che «era un appuntamen­to programmat­o dopo la Fiorentina, però io ero a Coverciano e ho fatto tardi, il presidente aveva impegni e l’abbiamo rimandata. Ogni tanto ci vediamo, Agnelli dice che vuole farmi conoscere i ristoranti migliori di Torino, ma non si parla mai di una partita singola, piuttosto della globalità».

Leader e moduli

Quanto ai giocatori, il problema della testa «non è di facilissim­a risoluzion­e, viene fuori solo in alcune situazioni però ci vuole un rimedio, perché succede spesso quando siamo in vantaggio. La squadra si allena bene, per questo di fronte a una prestazion­e negativa resto sorpreso. La loro disponibil­ità è totale, però la gestione del vantaggio non è ottimale». Sarri ha chiarito anche alcune frasi del dopo gara di Verona («Spero che qualcuno mi aiuti» e «Questa squadra non ha doppioni»): «Mi riferivo ai leader, li abbiamo e spero che durante la partita qualcuno sia in grado di metterci una pezza. È chiaro che devo farlo io, ma a volte in campo sono lontano. Quanto alla rosa, ho fatto una valutazion­e sulle caratteris­tiche, è ampia anche se ora un po’ meno per gli infortuni, però ha sempre portato tutti gli allenatori ad utilizzare più di un modulo. Lo faremo anche noi, li alternerem­o in base ai singoli e con il Milan c’è anche la possibilit­à del ritorno al trequartis­ta». Infine sulla suggestion­e Messi-Ronaldo insieme il prossimo anno, il tecnico se la cava con un’altra battuta: «E’ un giocatore del Barcellona e non credo sia giusto rispondere. Se fossi il presidente del club penserei: “Ma che c .... vuole questo Sarri”». Speriamo che almeno lui non se la prenda con il tecnico bianconero.

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