Roma, ti presento Perez «Qui per il salto in avanti»
Lo spagnolo possibile titolare sabato contro l’Atalanta: «Esco da una comfort zone, devo dimostrare chi sono»
Le prove generali sono arrivate con Sassuolo e Bologna, tanto per capire anche la nuova realtà. A Bergamo, invece, facile che ci sia il decollo, con la prima da titolare. Contro l’Atalanta la novità in casa Roma potrebbe essere proprio lui, Carles Perez, esterno d’attacco preso a gennaio dal Barcellona per 12 milioni (tra prestito e obbligo di riscatto) più 4,5 di eventuali bonus. Considerando le ultime prestazioni (deludenti) di Under, Fonseca è pronto a lanciarlo nella mischia. «Ho lasciato un grande club ma sono approdato in un altro – ha detto ieri durante la presentazione, al fianco di Villar e Ibanez – Ho scelto Roma perché qui voglio crescere e diventare un giocatore importante. Il Barcellona è il passato».
Un passo in avanti
E allora Perez si scalda davvero. Con una voglia matta di far bene, non fosse altro per farsi un bel regalo per i suoi 22 anni (che compirà domenica). A Barcellona con Valverde sembrava andare tutto bene, con 12 presenze e due gol (a Inter e Betis), quando è arrivato Setien i giochi sono cambiati. Il nuovo tecnico era pronto a rilanciare Dembele (poi infortunatosi di nuovo) e a rispedire Perez nella squadra B. Ecco perché Carles non ci ha pensato un attimo quando è arrivata la Roma. «Non è un passo indietro, ma uno in avanti . Esco dalla mia comfort zone, devo dimostrare quanto valgo in un paese diverso. Una sfida importante, nel calcio nessuno ti regala niente. Sono qui per guadagnarmi spazio e considerazione. E la chiacchierata con Fonseca mi ha convito». Già, quella telefonata in cui ha subito avvertito Carles di cosa lo avrebbe aspettato: marcature strette e spazi ridotti rispetto alla Liga. «Il mister mi aveva avvertito e col Sassuolo mi sono reso conto dell’aggressività del calcio italiano. Con il Bologna mi sono sentito già più a mio agio». E col Sassuolo in effetti sembrava quasi smarrito, gettato in campo con appena un paio di allenamenti sulla gambe. «Il giorno dopo l’ho chiamato per dirgli che il suo atteggiamento non mi era piaciuto – ha detto il d.s. Petrachi –. Roma è una piazza passionale, che si affeziona al giocatore che ci mette l’anima. E questo deve capirlo lui come Villar e Ibanez. Sono tre giovani su cui credo per il futuro».
Lo sfogo del d.s.
Lascio il Barça, ma questo è un grande club. Fonseca mi ha convinto
Perez Lo spagnolo è arrivato dal Barcellona per 12 milioni più 4,5
Sono un otto, mi piace giocare con un mediano vicino Mi sento pronto
Villar Il centrocampista preso dall’Elche: 4 milioni più uno di bonus
Con me siamo sei centrali, ma credo di potere avere presto il mio spazio
Ibanez Difensore ex Atalanta: 8 milioni più 2 di bonus (ma dal 2021)
L’esterno «Ho capito, qui bisogna abituarsi ad un calcio aggressivo»
Petrachi si sfoga «Calunnie su di me. Friedkin? Il nostro progetto non cambia»
E proprio Petrachi ieri ha rubato la scena a tutti con un monologo di quasi 20 minuti che ha colto tutti di sorpresa per temi e toni. Esprimendo una sua insofferenza personale, che non rispecchia però la posizione della Roma. Il club rispetta le sue parole, ma non le condivide. Iniziando da quelle sui media: «Ero abituato alle difficoltà, ma non alle calunnie. Ed invece ho letto e sentito tante cazzate: si è detto che Dzeko mi
avrebbe bacchettato per la mancanza di qualità e che la possibile nuova proprietà mi avrebbe già messo alla prova. E sulla storia del deferimento sembravo un killer e invece mi hanno assolto». Poi il mercato e il passaggio sulla nuova società, che non ha fatto piacere a Friedkin. «La Roma non prende giocatori da 70 milioni, ma con quei soldi ne compra sette. Abbiamo fatto una rivoluzione iniziata sei mesi fa, ma non pensate che ora arrivi Paperon de’ Paperoni e compri chissà chi. Il progetto non cambia, con i giovani ci vuole tempo». Già, ma sabato a Bergamo ci si gioca la Champions. «E per me è come una finale». Petrachi ha poi chiarito l’episodio di Reggio Emilia («C’era da vergognarsi e da tirare fuori gli attributi, ho tutto il diritto di andare negli spogliatoi e dire alla squadra quello che penso. Ma questo è gossip, io invece sono omertoso e sto attento agli sciacalli») e la trattativa per Ibanez, cercato anche dal Bologna: «Sabatini non è stato corretto dicendo che Roger ci ha scelto per soldi. È stata una scelta per il futuro, il ragazzo prende gli stessi soldi che gli offriva il Bologna». Già, ma a fare la differenza sono state le commissioni all’agente.