La Gazzetta dello Sport

Il testimonia­l è Gimbo Tamberi «Poz è il mio mito»

/ Un assist al bacio e pressioni alte. E al fischio finale resta a fare scatti con il preparator­e

- Di Valerio Clari- MILANO

Quando ormai sono le undici passate, e anche l’ultimo tifoso interista è uscito da San Siro, in mezzo al campo del Meazza Eriksen è alle prese con gli scatti sui trenta metri. Non c’è solo lui, chiaro, a partire ad ogni fischio del preparator­e Pintus: ci sono i panchinari, c’è l’altro subentrant­e Sanchez. D’Ambrosio, entrato 20’ prima del danese, no. Christian sì: sono i programmi, a cui non si deroga nemmeno per le stelle. Ma è anche la voglia di non perdere altro tempo: ogni occasione è buona per allenarlo, ogni seduta lo deve far entrare un po’ di più in questa Inter. Perché mica può durare, questo ruolo da “riserva”. Ieri in quella mezz’ora scarsa le cose sono sembrate chiare: Eriksen ha qualcosa in più, può dare di più, può far salire un altro gradino a questa squadra. Non serviva certo una sconfitta contro il Napoli per scoprirlo, ma i giocatori vanno sempre visti nei nuovi ambienti, nelle nuove situazioni.

Inseriment­o

Eriksen ci sguazza, o meglio veleggia sul pelo dell’acqua, nonostante gli spazi ieri fossero intasati e il Napoli rintanato a difesa del vantaggio. In quei 23’ più recupero mette insieme due tiri pericolosi, due lanci riusciti, due cross a destinazio­ne, una palla illuminant­e per Sanchez, di quelle che possono mettere a sedere una difesa: non è questo il caso, Alexis non riesce a tirare, ma si intravede quella potenziali­tà di aprire scatole che serve maledettam­ente, quando non funzionano le spallate di Lukaku e le incornate del Toro Lautaro. Poi certo, va trovato un modo per non rendere il terzetto di mezzo bello con la palla ma in balia delle onde senza. In questo serve l’impegno di Christian, servono i fischi di Pintus. La voglia sembra esserci, la si è vista anche in campo su un paio di pressing immediati sugli avversari: il pubblico ha notato altro, Conte avrà preso nota di quello. Ma non si tratta nemmeno di cambiarlo, il giocatore: con Pochettino anche da trequartis­ta tornava a centrocamp­o a toccare tanti palloni. E a strapparli agli altri, in certe occasioni. Non serve cambiarlo: basta inserirlo. Non è un momento facile per farlo, con la fisicità della Lazio che incombe. Ma Conte ci proverà presto. E vuole farlo: «È un ragazzo serio, deve ritrovare intensità». Anche con gli scatti nella notte.

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IPP Ex Spurs Christian Eriksen: compie 28 anni domani

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