Petrucci: «Volevo fare il giornalista»
Il vice Handanovic non stecca. Marotta: «Viviano? Decidiamo nei prossimi giorni»
Peggio che alle Poste. Sono tempi di esami continui, per Daniele Padelli. Mesi, anni, a guardare Handanovic giocare e adesso, ogni tre giorni, si ritrova lì a far vivisezionare la sua prestazione: dai tifosi (e conta fino a un certo punto), dall’allenatore (e conta molto), dalla dirigenza (e conta pure di più, perché in ballo ci sono acquisti, contratto, futuro). Dopo aver steccato l’interrogazione di “derby”, non prova nemmeno a fingere di essere tranquillo. Le emozioni esplodono al minuto 46, quando compie l’intervento migliore che salva, temporaneamente, il risultato. Quando Zielinski entra in area e tira quasi a botta sicura e lui, con il gomito destro, riesce a deviare la palla abbastanza per frenarla, scatta l’esultanza come dopo un rigore parato. E’ la tensione che in parte si scarica, quella rimasta lì dopo quell’uscita di pugno (24’) in cui manca la palla e travolge Moses. Finisce in angolo: pochi danni, ma anche poco senso di sicurezza. Non ci saranno altri scivoloni, sul gol preso da Fabian Ruiz si allunga, ma la traiettoria è perfetta: non ha colpe. Per il resto solo palle da gestire con i piedi, minuti da vedere scorrere, compagni da spingere. Un altro esame è andato, la sufficienza arriva, ma non è finita.
Panchina extralarge
Intanto, nei momenti di difficoltà è meglio stare uniti. Ed essere in tanti. Ecco allora che la panchina nerazzurra riserva un primizia: sui dodici possibili sostituti, tre sono portieri. Ci sono Tommaso Berni, Filip Stankovic e anche Samir Handanovic. La presenza del capitano è puramente di appoggio morale, come anche i più inguaribili ottimisti fra i tifosi capiscono nel riscaldamento. Handa entra in campo senza guanti da portiere e si limita ad alternarsi al preparatore Bonaiuti nel tirare e crossare verso Padelli, Stessa cosa, dall’altra fascia e coi guanti, fa Berni, mentre il figlio di Stankovic si aggira in cerca di collocazione: sono già in troppi a tirare... Per parare c’è solo Padelli, o quasi. Almeno fino al rientro del titolare sloveno, che non avverrà prima del 23, in Inter-Sampdoria. Per questo era stato chiamato Viviano, come spiega l’a.d. Marotta prima del match: «Non vogliamo lasciare nulla di intentato. Davanti a un’indisponibilità di Handanovic abbiamo valutato uno scenario alternativo. Abbiamo contattato Viviano spiegandogli chiaramente le esigenze. Valuteremo nei prossimi giorni, ma serviva una visita di idoneità preventiva».
Ancora in attesa
Fatto sta che Emiliano da lunedì aspetta notizie: potrebbe riceverle oggi, o forse domani, in un senso o nell’altro. Il portiere intanto si tiene in caldo (il dubbio del club è sulla sua forma, dopo sei mesi abbondanti di inattività) allenandosi con la Pro Sesto, formazione di Serie D. Di lui ha parlato anche l’agente di Padelli, Silvano Martina: «So che si vuole capire prima l’entità dell’infortunio di Handanovic. Nel caso dovesse arrivare Viviano, farebbe il vice di Daniele, che non meritava di essere massacrato dopo il derby». Non lo sarà dopo il Napoli, ma l’impressione è che non basti, per far calare tensione e riflettori.