Cipollini un altro intervento al cuore «A marzo in bici»
Secondo intervento ad Ancona in 4 mesi: «Mi sono scoperto vulnerabile, ho conosciuto la vera sofferenza»
«Da qui si riparte: a fine marzo ci facciamo una pedalata in Versilia». Mario Cipollini martedì è tornato sotto i ferri per risolvere i problemi al cuore che lo tormentano da tempo. Ma rispetto a fine ottobre, quando iniziò il suo calvario, Re Leone sembra di umore nettamente migliore. Spiega il dottor Roberto Corsetti, che sta seguendo il campione in questa fase delicata della vita: «Cipollini è stato ricoverato agli Ospedali Riuniti di Ancona per un intervento programmato. Nell’ultima parte della carriera, Mario ha avuto episodi di fibrillazione atriale, cioè un ritmo non coordinato della parte alta del cuore, gli atrii. Da allora ha avuto episodi che si sono ripetuti con una certa frequenza. Abbiamo colto anche l’occasione per vedere come sta evolvendo la miocardite». Corsetti entra nello specifico: «E’ stato sottoposto a un’ablazione transcatetere dall’equipe guidata dal professor Antonio Dello Russo. In pratica si tratta di un isolamento elettrico di alcuni punti delicati all’origine delle fibrillazioni: le quattro vene polmonari e la regione dell’auricola. L’intervento, lungo, è perfettamente riuscito. Ma non è finita qui. Abbiamo studiato l’infiammazione della parte bassa del cuore (i ventricoli, ndr) colpita dalla miocardite. Abbiamo avuto la sensazione che le cose stiano procedendo bene». Corsetti guarda avanti: «A fine marzo Mario verrà al Centro B&B di Imola e lo sottoporrò a un test da sforzo massacrante. Faremo anche un “Holter delle 24 ore” nelle quali ci sarà pure un allenamento molto intenso. Poi torneremo ad Ancona dal dottor Schicchi per una risonanza con liquido di contrasto e da lì tireremo le conclusioni».
3SuperMario, ieri è tornato a casa. Come si sente? «Tranquillo, sto bene. Sapevo che dovevo fare questa “messa a punto”. Mi pare di capire che le cose abbiano preso la piega giusta. L’intervento è stato fatto da sedato perché era “importante”. Ho dormito per cinque ore. I medici hanno fatto un lavoro certosino. Mi aspettano altre due settimane di riposo assoluto. Da fine marzo potrei ricominciare a pedalare un attimo. Diciamo che questo è un traguardo e al tempo stesso una base da dove ripartire».
3Sono 4-5 mesi che soffre e lotta. Il momento più difficile?
«Quando i medici mi hanno detto che dovevo fermarmi. Mi sono scoperto vulnerabile e ho conosciuto la vera sofferenza. Poi, grazie a Dio, quello che ho non è nulla rispetto a quelli che stanno male davvero, che hanno malattie tremende e che magari non lasciano scampo. Ho dovuto comunque cambiare il mio modo di vivere. Poco o tanto, non lo so neanche. Ma mi sono trovato a fare la vita del pensionato. Non ci avevo mai pensato. A gennaio mi è stato concesso di fare qualche sciatina, ma tranquilla, un paio d’orette e a casa al caldo col pigiamino».
3 Oddio, immaginarla così non è facile.
Sorride. «Ma sapevo di avere problemi. Poi ho metabolizzato anche lo stop, con calma. Soprattutto alla miocardite c’è da fare attenzione perché rischi che ti lasci danni permanenti. E il cuore è uno solo...».
3Come ha vissuto questa nuova quotidianità?
«Le medicine le ho viste come piccoli tasselli che ti aiutano a mettere insieme di nuovo la struttura. Mi sentivo come in una terra di nessuno. Come quando vuoi andare a correre ma sai che non puoi perché non sei allenato. Ma sapevo anche che questa fase era necessaria».
3Essere stato un campione e continuare a essere atleta l’ha aiutata?
«Senza dubbio. Per curarsi bene ci vuole la stessa perseveranza che bisogna mettere negli allenamenti: magari svegliarsi apposta alle 8 per prendere una pastiglia. Comunque da qui si riparte. Avanti!».
3Chi le è stato più vicino?
«Moreno, un amico, e la sua famiglia. Persone straordinarie. Andavo da loro a cena anche cinque sere la settimana. Ho passato con loro le feste di Natale».
Intervento importante. E’ cambiato il mio modo di vivere, mi sono trovato a fare il pensionato
Mi sentivo in una terra di nessuno. Fate attenzione alla miocardite, il cuore è uno solo