La Gazzetta dello Sport

CR7 ha le spalle larghe Juve aggrappata a lui E Milano gli porta bene

A San Siro su rigore aveva già deciso la Champions ‘16 Nel 2020 sta segnando con una continuità da record

- di Filippo Conticello - MILANO

Non basterà in eterno il guizzo dell’uomo col codino a salvare questa Signora scapigliat­a. Cristiano Ronaldo è sempre lui, quello chiamato a metterla dentro in qualche maniera, semmai sono gli altri ad aver smarrito se stessi. In attesa di risolvere questo cortocircu­ito, il portoghese gioca la sua personalis­sima stagione ruggente: è a 35 gol in 35 partite tra Juve (24) e nazionale (11). I numeri, a volte, sono potenti come simboli: 35 sono gli anni di Cristiano, compiuti la settimana scorsa.

Su l’umore

Ormai si entra in campo con la consapevol­ezza che questa povera Juve un gol lo troverà comunque: in fondo, ha un’arma atomica nell’arsenale. Ieri il portoghese ha proseguito l’onda lunga degli ultimi due mesi e, soprattutt­o, ha salvato i sonni di Sarri che potevano essere assai più tormentati. Lo ha fatto nella maniera più teatrale: con una semirovesc­iata da posizione complicata finita sul braccio di Calabria e poi trasformat­a in rigore dal Var. I tifosi della Juve, che avevano ancora negli occhi la rovesciata con cui CR7 li aveva “ribaltati” con il Real, adesso hanno un’altra acrobazia da inserire nel libro. Leggere delle meraviglie di Cristiano aiuta a tirare su l’umore, ma non risolve i problemi, tanti, in casa bianconera.

Codino batte codino

Da cinque anni Ronaldo non incrociava quell’altro tipo col codino, un Samurai che un tempo ambiva al suo trono. Stavolta sembrava proprio che Ibra potesse finalmente prendere lo scalpo portoghese, come in un Clasico di Liga di 11 anni fa, quando segnò facendo crollare il Camp Nou. E, invece, è finita come quasi sempre, con Cristiano esultante e lo svedese imbronciat­o. Certo, questo rigorino non rimarrà nella galleria del duello tra i due giganti: in questi luoghi si sono combattute battaglie assai più epiche. Una volta, ad esempio, CR7 ha tolto all’arcinemico la possibilit­à di giocare l’ultimo Mondiale della carriera. Allora servì una tripletta, questa volta si è accontenta­to di molto meno. Più che il tiro dagli 11 metri, a Ronaldo interesser­à di più aver medicato l’emorragia bianconera. Ha messo un tampone, perché la Signora di Sarri è tutt’altro che guarita. I guai sono tutti quanti là, attorno a Cristiano: anche quando ha avuto accanto sia Dybala, il più ispirato, che Higuain, il più fischiato, non ci sono state occasioni vere. Senza quella semirovesc­iata tutto lo scenario sarebbe stato assai più traballant­e, ma San Siro un po’ deve portare bene a Cristiano.

Spalle larghe

Una volta in questo stadio, proprio contro quelle maglie da diavoli, perse una drammatica semifinale di Champions: era allo United, era il 2007 e il codino non stava neanche nei sogni. Ma il ricordo più lieto è una Coppa alzata in faccia ai cugini dell’Atletico. La finale del 2016 la risolse lui e anche allora fu un destro da 11 metri: i rigori e San Siro, per il portoghese sarà stato un dejà-vu. Tutto il 2020 è, in realtà, una lunga coazione a ripetere. Ronaldo continua con lo stesso gesto senza mai stancarsi: ha segnato 12 gol in otto gare di questo anno in tutte le competizio­ni, almeno tre reti in più di ogni altro giocatore di Serie A nello stesso periodo. La Juve si aggrappa alle sue spalle larghissim­e, ma non può bastare. A volte, neanche Ronaldo basta.

Coincidenz­e A 35 anni, è a 35 gol in 35 partite tra Juve (24) e nazionale (11)...

La super sfida Il portoghese è uscito col sorriso, Ibra imbronciat­o

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AP Implacabil­e Il rigore segnato da Cristiano Ronaldo, 35 anni: è il suo quinto gol in 10 sfide contro i rossoneri in tutte le competizio­ni

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