Rebic si scopre centravanti: un gol ogni 86’
Il Diavolo sarà anche Ibra-dipendente - non è certo una serata un po’ meno brillante a degradarlo da generale a soldato semplice -, ma attenzione al nuovo che avanza. Che poi, nuovo mica tanto: Ante Rebic sta iniziando a essere una piacevolissima conferma quando si tratta di fare le cose per bene nei pressi dei portieri altrui. C’era un Milan che non segnava, che produceva ma poi non concludeva. Ora invece c’è un Milan che, sebbene il saldo tiri-gol non sia ancora aggiustato del tutto, riesce a dare un senso ai palloni recapitati in area. Il croato con il timbro di ieri sera è salito a quota cinque, fra campionato e Coppa Italia, raggiungendo Calhanoglu sul secondo gradino del podio dei marcatori rossoneri, un piano sotto Hernandez. Per un attaccante la cosa non dovrebbe stupire, potrebbe affermare chi osserva il Milan distrattamente. Lo stupore invece ha ragione d’esistere perché Ante questi cinque gol li ha messi a segno nelle ultime sei uscite. Più un assist vincente
IL NUMERO
a Bonaventura. Una media stellare: una rete ogni 86 minuti.
Carattere
Stupore anche perché la storia di questo vicecampione del mondo ha svoltato di colpo dopo mesi chiuso in fondo a un cassetto, triste e solitario. Talmente ai margini (e con spezzoni di partite giocati decisamente al di sotto delle sue qualità) da considerare un ritorno al mittente, a Francoforte, già nel mercato di gennaio, per quello che sarebbe stato un fallimento totale. Il calcio però è bello perché offre la redenzione quando meno te l’aspetti, e Ante ha saputo coglierla. Grazie alla fiducia di Pioli, grazie al suo carattere e a un temperamento che gli hanno permesso di superare Leao nelle quotazioni agli occhi dell’allenatore. A un certo punto ieri sera Pioli l’ha tolto: anche lui era fra i diffidati, meglio evitare guai ulteriori in vista del ritorno.
m.pas. .