La Gazzetta dello Sport

«Lunga vita a Inzaghi Ma se un giorno la allenassi io?»

L’ex centrocamp­ista argentino legge la sfida di domenica: «La Lazio è aggressiva e ha tanti talenti. Conte l’arma in più dell’Inter. Il mio futuro? Magari a Roma»

- Di Francesco Pietrella Ecco, ci spieghi quel gol al volo a Buffon

Matias Almeyda, eccolo qui: «La gente si identifica­va in me. Mi sono distrutto il fegato correndo per campioni come Mancini e Batistuta, ma è stato un onore. Ero come uno di quei tifosi che avrebbero pagato per giocare un solo minuto. Uno del popolo». Tackle e garra. Oggi Almeyda allena i San Jose Earthquake­s in Mls, California, Stati Uniti. Ha sconfitto la dipendenza dall’alcol e la depression­e, ha raccontato la sua vita in un libro, “Alma y vida”, senza mai mollare: «Una volta i laziali mi dedicarono uno striscione con scritto “11 Almeyda”. Davo l’anima, anche di più, per questo mi amavano». Il “trattorino” ha 46 anni e vive in America, dove vedrà Lazio-Inter dal divano di casa. La sua partita.

3Sfida scudetto, chi vince? «La Lazio può farcela, è aggressiva, dinamica, forte. Ha grandi talenti come Luis Alberto e Correa, ma Conte è l’arma in più dell’Inter. Non mi sbilancio…».

3Che ne pensa di Inzaghi? «Mi emoziona, la nostra Lazio è simile alla sua. Spero vinca lo scudetto. Simone era tranquillo, oggi sembra un altro. I pazzi eravamo noi argentini».

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«Ci ho ripensato mentre guardavo Parma-Lazio. È stato il gol più bello della mia carriera, Gigi era incredulo. In allenament­o ci provavo sempre ma la palla finiva fuori, ridevano tutti. Anche il vice di Eriksson, Tord Grip. Un giorno gli dissi che prima o poi avrei segnato».

3Che anni, quelli alla Lazio. «Un’oasi. A Roma mi tatuai l’indio sul braccio perché mi sentivo a casa. L’Almeyda migliore di sempre si è visto lì. Ho vinto sei trofei in 3 stagioni».

3Nel 2002 l’Inter, bilancio? «All’inizio tutto bene, ero tornato ai miei livelli. Poi mi ruppi tibia e perone. È lì che iniziarono i problemi di depression­e, pensai di mollare, non ero sereno, ma alla fine mi ripresi. C’erano grandi campioni come Crespo, Zanetti, Batigol. Ho giocato il derby d’Italia contro la Juve, ho indossato una maglia storica, peccato non aver vinto. È l’unico rimpianto».

3Il suo Lazio-Inter in una foto?

«21 dicembre 2003, compivo 30 anni. Trefoloni estrae il rosso e mi caccia, ma io gli strappo il cartellino dalle mani e si scatena un putiferio».

3Un sogno?

«Allenare la Lazio. Ora c’è Simone, spero resti lì per altri dieci anni, ma il giorno in cui si stufa, io ci sono (ride ndr)!».

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