La Gazzetta dello Sport

I Fantastici 4

Che partenza! Staffetta mista d’argento Azzurri battuti solo dalla Norvegia dei fratelli Boe. Festa per i 20.000 di Anterselva

- Di Francesco Ceniti - INVIATO AD ANTERSELVA (BZ)

Italia bum bum. Anzi, Italia pum pum. Chi l’ha detto che i moschettie­ri vanno a cavallo e impugnano la spada. Quelli del biathlon sono vestiti d’azzurro, volano con gli sci e lasciano il segno a colpi di carabina. E conquistan­do l’argento nella staffetta mista al Mondiale di Anterselva hanno scritto la storia. Quindi, signore e signori, tutti in piedi per Lisa Vittozzi, Dorothea Wierer, Lukas Hofer e Dominik Windisch, messi in rigoroso ordine di apparizion­e sul “grande schermo” della pista in Alto Adige che ha aperto i battenti per l’evento stagionale più importante (si chiude domenica 23 febbraio). Non stiamo esagerando: come loro nessuno mai, perché gli italiani fino a ieri erano a digiuno di medaglie iridate (ora sono 28) nonostante Anterselva avesse ospitato già 5 edizioni (l’ultima nel 2007). Una maledizion­e spezzata al termine di una gara fantastica, dove gli azzurri hanno “osato” mettere in discussion­e l’oro della Norvegia, campione in carica. E invece solo nel finale l’immenso Johannes Boe, il Messi o il CR7 del biathlon, si è scrollato di dosso la marcatura di Windisch, doppio profeta in patria come la Wierer (sono di Anterselva). Ma va bene così, per dirla alla Vasco Rossi. Meglio, va strabene così.

Antipasto

Adesso dovremmo trovare le parole giuste per spiegarvi la battaglia di Anterselva, entrare nei tecnicismi di uno sport apparentem­ente ostico. Ci perdoneret­e, ma niente “doppio zero” oppure “skating”. Lasciamo che siano le nostre emozioni a condurvi nella bolgia dello stadio (20.000 spettatori), cercando di restituirv­i quello che abbiamo provato. Niente paura: il biathlon è intuitivo, facile da capire. Si tratta di andare forte, il più forte possibile, con gli sci di fondo: uno sforzo immane di braccia e gambe, col cuore che pulsa battiti. Poi quando si è al massimo della fatica, si deve resettare tutto, fare due respiri profondi e cercare di colpire (al primo giro sdraiati, quello dopo in piedi) con la carabina un bersaglio di pochi centimetri messo a 50 metri. Più o meno la distanza che c’è dalla linea di una porta di calcio al centrocamp­o. Roba da marziani? No, da moschettie­ri: tecnica, abilità, coraggio e tanto cuore.

Che duello!

Trionfo sfiorato Il quartetto italiano cede solo alla Norvegia: Lukas 10 su 10

Sotto pressione Un podio per sbloccarsi subito davanti a un pubblico super

L’Italia non ha tremato. Le pressioni erano tante: il Mondiale in casa, il bronzo vinto un anno fa, le polemiche che hanno scombussol­ato la vigilia di Vittozzi e Wierer, dopo alcune dichiarazi­oni pepate rilasciate dalla prima su un presunto favore avuto dalla seconda nella scorsa stagione, quando le nostre ape regine si giocavano la Coppa del Mondo (poi vinta da Doro). Tutto diventato propellent­e per una prestazion­e fantastica. Le nazioni che ambivano a una medaglie erano molte: Francia, Germania (quarta), Russia, Ucraina, Austria, Finlandia. Un bel ciaone azzurro a tutte loro. La Vittozzi ha subito incendiato i tifosi. Il testimone passato alla Wierer profumava già di medaglia e Doro non ha deluso. Incredibil­e il tifo del pubblico. E altrettant­o incredibil­e il loro sincro nei momenti più delicati, quelli al tiro. Sembrava quasi che una regia togliesse all’improvviso l’audio nella valle, regalando agli atleti un irreale silenzio. Quando è partito Hofer, l’Italia era di un soffio terza, dietro la Norvegia e alla sorprenden­te Repubblica Ceca (i migliori al poligono). Ma Lukas ha deliziato i cuori italiani, sciando più veloce di un gatto delle nevi, ma soprattutt­o sparando come un Dio della carabina: 10 centri uno via l’altro e la Norvegia si ritrova gli azzurri alla loro altezza. L’ultimo nostro frazionist­a è stato Windisch: si è pure tolto lo sfizio di andare in testa, superando il divino Boe. I due sono arrivati fianco a fianco al poligono, ma il norvegese è stato più rapido nel trovare i 5 bersagli (con 2 ricariche). A quel punto l’Italia ha tenuto a distanza i Cechi, godendosi l’argento storico con Windisch abbracciat­o sul traguardo dagli altri moschettie­ri. Hanno scritto la storia. Tutti in piedi, per favore. P.s. dedicato ai puristi: il “doppio zero” è quello di Hofer, 10 colpi a segno senza ricariche; la “Skating” è la tecnica usata nello sci di fondo, gli atleti sembra quasi stiano pattinando sulla neve.

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 ??  ?? Quarto frazionist­a 30 anni di Anterselva (Bz), gareggia per l’Esercito. Campione del mondo, 3 bronzi olimpici (uno nella Sprint), 3 podi mondiali.
Quarto frazionist­a 30 anni di Anterselva (Bz), gareggia per l’Esercito. Campione del mondo, 3 bronzi olimpici (uno nella Sprint), 3 podi mondiali.

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