La Gazzetta dello Sport

Scontro sulla giustizia Riforma col lodo Conte E il governo è in bilico

I due ministri renziani disertano Palazzo Chigi In Consiglio c’è l’ok al ddl sul processo penale

- Di Pierluigi Spagnolo

la Zingaretti: «Non credo che siamo in presenza di una crisi, che nessuno ha dichiarato. Conte ha chiesto un atto di chiarezza e per questo chiedo che si vada avanti». E intanto, con i venti di crisi, le ipotesi di una “truppa” di parlamenta­ri pronti a sostenere Conte, al posto del partito di Renzi, si fanno sempre più insistenti. Soprattutt­o al Senato servirebbe­ro dei “responsabi­li”, come sono stati ribattezza­ti anche in passato i centristi pronti a sostenere il governo in difficoltà. Conte starebbe già lavorando a una maggioranz­a senza i renziani.

Il motivo di scontro

Intanto ieri, dal Consiglio dei ministri è arrivato il via libera alla riforma del processo penale. Nel disegno di legge delega c’è anche il lodo Conte, proprio l’intesa che ha scatenato la rottura tra Renzi e il ministro Bonafede, che ha poi coinvolto tutto il governo gialloross­o. Ma come si è arrivati a questa crisi sulla giustizia? La riforma del ministro Alfonso Bonafede è entrata in vigore il 1° gennaio scorso. Sulla prescrizio­ne, la riforma parte dall’assunto che l’istituto giuridico finisca talvolta per non far arrivare alcuni processi fino alla sentenza. Dopo le modifiche, la prescrizio­ne si interrompe dopo il giudizio di primo grado. Ma è stata necessaria una nuova intesa, definita appunto lodo Conte bis (dal nome del deputato di Leu), che prevede lo stop alla prescrizio­ne solo dopo la condanna di primo grado o in appello. L’intesa su questo testo è stata trovata tra M5S-Pd-Leu, senza Italia Viva, che nei giorni scorsi ha continuato a proporre il lodo Annibali (dal nome della deputata), con la richiesta di rinvio di un anno della riforma. Ma la proposta di Italia Viva è stata sempre respinta. E adesso? I renziani annunciano la «sfiducia a Bonafede». Se il governo andrà avanti, il disegno di legge sulla giustizia dovrà comunque affrontare l’esame del Parlamento. Alla Camera, la maggioranz­a reggerebbe anche senza Italia Viva. Al Senato, però, il governo andrebbe sotto. Per Renzi sarebbe quella la resa dei conti.

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HA DETTO

C’è chi per esistere ha bisogno di polemiche e provocazio­ni, e c’è chi le lascia agli altri

Se finisce questo governo, termina anche la legislatur­a e si va a votare

Sera,

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LAPRESSE Braccio di ferro Matteo Renzi, leader di Italia Viva e, dietro sullo schermo, il premier Giuseppe Conte
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Nicola Zingaretti Segretario Pd
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Vito Crimi Reggente M5S

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