CITY SEI FUORI PEP CHE FAI?
Niente Coppe per due anni a cominciare dalla prossima stagione e una multa di 30 milioni. Il club fa ricorso al Cas di Losanna. Guardiola potrebbe decidere di andarsene: Juve e Barça alla finestra
L’indagine Uefa riguarda i bilanci che sarebbero stati alterati tramite sponsorizzazioni fittizie. La società farà ricorso al Cas
Due stagioni di squalifica europea e trenta milioni di euro di multa per grave violazione delle regole del fair play finanziario: il Manchester City fa i conti da ieri sera con la sanzione più pesante della sua storia. La possibilità che la mannaia dell’Uefa fosse imminente era stata anticipata da qualche rumors sui social la scorsa settimana, ma ora è diventata realtà. Gli attuali campioni della Premier hanno un’unica chance da giocarsi per evitare un disastro che rischia di stravolgere il suo futuro: il ricorso al Cas, la Cassazione per lo Sport. Il club ha replicato a caldo dicendo di essere “deluso”, ma non “sorpreso”: questo conferma che anche a Manchester si aspettavano un provvedimento pesantissimo. L’annuncio della probabile esclusione del City ha scatenato ovviamente le reazioni dei media inglesi e una delle domande che si pongono oltre Manica è a questo punto con quale criterio, in caso di esclusione del club sarà deciso il quantitativo delle squadre inglesi presenti nella prossima stagione delle coppe. Lo Sheffield United, attualmente quinto in Premier, potrebbe prendere il posto del City?
La sentenza
La Camera dei giudici indipendente dell’Organismo di controllo finanziario del club (CFCB), presieduta dall’ex premier belga Yves Leterme, ha dichiarato che il City ha infranto le regole «alterando i ricavi di sponsorizzazione nei suoi conti e nelle informazioni di pareggio presentate all’Uefa tra il 2012 e il 2016», aggiungendo che il club «non ha collaborato in modo serio alle indagini». Nella replica di quello che va ormai considerato un scontro totale, il City ha messo gravemente in dubbio la correttezza da parte dell’Uefa: «Il club ha sempre anticipato la necessità di trasferire questa vicenda in un organo indipendente, al quale affidare il compito di valutare in modo imparziale la memoria completa di prove inconfutabili a sostegno della sua posizione. Nel dicembre 2018, il capo investigatore dell’Uefa presentò in anteprima, pubblicamente, l’esito e la sanzione che doveva essere inflitta al City, prima ancora che qualsiasi indagine fosse iniziata. Il successivo processo Uefa ha dimostrato che c’erano pochi dubbi sul risultato finale».
Il portoghese
All’origine di questa storia c’è il portoghese Rui Pinto, 27 anni, l’uomo accusato di essere l’hacker di Football Leaks. Arrestato in Ungheria, dal marzo 2019 è in carcerazione preventiva a Lisbona. Rui Pinto sarebbe lo stesso protagonista di Luanda Leaks, una vicenda che ha messo a nudo alcuni retroscena del sistema di potere orchestrato dalla famiglia dell’ex presidente dell’Angola, Jorge Eduardo Dos Santos. Rui Pinto è accusato di aver com
messo 147 crimini legati alla violazione informatica e all’intrusione nelle caselle di posta elettronica, ma finora nessuno lo ha incolpato di aver diffuso informazioni non vere. L’Uefa ha avviato l’indagine dopo che il quotidiano tedesco Der Spiegel ha pubblicato nel novembre 2018 alcuni estratti di Football Leaks, sostenendo che il Manchester City aveva gonfiato il valore di un accordo di sponsorizzazione. Il club inglese, che ha sempre negato qualsiasi illecito, secondo le rivelazioni pubblicate da Der Spiegel «avrebbe deliberatamente indotto in errore l’Uefa, in modo tale da soddisfare le regole del FFP». Il Fair Play finanziario è stato introdotto dall’Uefa per impedire ai club di spendere oltre i propri mezzi e sradicare quello che l’allora presidente Michel Platini definiva «doping finanziario» nel calcio.
E ora?
Il City nel 2014 fu punito con una multa di 55 milioni di euro. Stavolta la sentenza è ben più pesante. Arriva alla vigilia della doppia sfida negli ottavi di Champions con il Real Madrid e rischia di stravolgere il futuro del club inglese, a cominciare dalle decisioni di Pep Guardiola, sotto contratto fino al 30 giugno 2021: la spinta definitiva per salutare l’Inghilterra dopo quattro stagioni?