IL RISPETTO DELLE REGOLE E IL VALORE DEI BILANCI SANI
Boom! La notizia è di quelle che fanno un enorme rumore. Il City fuori dalla Champions per due anni e multato per aver violato le regole del fair play finanziario attraverso sponsorizzazioni gonfiate, scuote il calcio mondiale e non solo quello inglese, perché lo stratagemma non riguarda solo il City. Tremano quindi anche altre società europee. Il club farà appello al Cas con la speranza di vedere modificata o attenuata la pena. Si vedrà. La notizia a dieci giorni dalla sfida di Champions con il Real Madrid, scatena anche retroscena di politica sportiva sulla tempistica. E ci si chiede: cosa accadrebbe se a vincere questa Champions fosse il City che non potrà partecipare alle prossime? Ad oggi, in ogni caso, questa sentenza significa soprattutto tre cose.
1) Che l’Uefa dimostra di voler fare davvero sul serio scontrandosi con una delle proprietà più importanti, ricche e potenti al mondo. Colpendo un club così grande si dà un segnale anche alle altre big europee che, per primeggiare e tenere il passo delle rivali, usano tutti gli artifici finanziari per eludere i limiti imposti. La corsa a chi compra e spende di più, fa saltare le regole comuni del mercato e non solo, porta a inevitabili sbilanciamenti e allarga il gap tra i club minando la competitività di campionati e coppe.
2) Senza la Champions per due stagioni potrebbero finire sul mercato, modificando i piani di tante società, l’allenatore più importante dell’ultimo decennio, Pep Guardiola, e molti fuoriclasse del City. Se la pena venisse confermata, il fantamercato sarebbe aperto con ricaschi anche sulla Serie A. 3) Questa sanzione rappresenta
un monito per molti. Per le società convinte che tutto sia concesso senza mai dover fare i conti con i tribunali. Per i tifosi che, vivendo la passione calcistica senza freni, non accettano che un club debba anche far quadrare conti e bilanci e pretendono più di ciò che è possibile. I bilanci sani non danno gioia, non finiscono in bacheca come le coppe e gli scudetti, ma avere una società che rispetta le regole è un valore, non un difetto. Oggi troppo spesso un presidente (o una proprietà) che non si indebita e ha i conti in regola invece di essere elogiato passa per uno non all’altezza. La prospettiva va cambiata. Ed è un monito, infine, per tutti i media, che devono vigilare di più: chi bypassa le regole, pur di regalarsi campioni e trofei, sta barando. E mette in crisi l’intero sistema.