Il Cagliari contro i razzisti Tre tifosi espulsi a vita «Per loro basta stadio»
La mossa del club di Giulini: «Offese e discriminazioni Mai più allo stadio». Gravina e Dal Pino: «Esemplare»
Qualcosa si muove. Lasciamo perdere retorica e trionfalismi, ma nella lotta al razzismo da stadio dalle parole si sta passando decisamente a qualche fatto. E colpisce che l’accelerazione venga proprio dai club, tacciati in un tempo neanche troppo lontano di un atteggiamento troppo soft verso il problema. Dopo il Verona, ora tocca al Cagliari, piazza che era arrivata in prima pagina proprio per i buuu razzisti a Lukaku, e quelli a Kean della scorsa stagione. E che in un comunicato sul suo sito, ha informato ieri «di aver emesso tre misure interdittive rivolte ad altrettante persone riconosciute e denunciate per aver rivolto a giocatori avversari parole discriminatorie e offensive di carattere razzista durante le gare disputate alla Sardegna Arena nel corso degli ultimi mesi». In attesa della svolta tecnologica, il famoso radar sonoro antirazzista che dovrebbe entrare in funzione in via sperimentale già nel mese di marzo, arriva un segnale clamoroso, frutto di un lavoro durato mesi. Che alza il livello della deterrenza e allontana la rassegnata impotenza di una volta.
Espulsi a vita
I tre autori dei cori razzisti sono titolari di biglietto occasionale nei settori Distinti e Tribuna, quindi non si tratta di abbonati. «Si è giunti all’identificazione grazie all’azione coordinata degli steward e del personale preposto alla sicurezza interna del club». Una decisione di autotutela sul modello di quanto
La svolta L’indagine di steward e personale della sicurezza
avviene ormai da anni all’estero (ricordate proprio l’ultima estate la «squalifica» a vita decretata dal Chelsea per un suo tifoso?). Nella nota diramata dal club guidato dal presidente Giulini, si spiega che l’iniziativa è stata presa «a tutela dei tifosi del Cagliari, della città di Cagliari
e di tutta la Sardegna, che in termini di accoglienza e rispetto non hanno certo bisogno di prendere lezioni». I tre non potranno mai più tornare allo stadio grazie alla decisione del club. «Sono state irrogate sospensioni del gradimento perpetuo, che impediranno a chi si è macchiato di queste azioni deprecabili di entrare alla Sardegna Arena, per qualsiasi manifestazione, per sempre». Parole che danno l’idea di una rottura con quel passato «riduzionista» con cui le società calcistiche trattavano l’argomento.
«Bravo Cagliari»
La decisione del Cagliari è stata elogiata da Lega e Federcalcio. Che proprio in questa stagione ha cambiato i suoi regolamenti per incoraggiare iniziative di questo tipo. Secondo le nuove norme, infatti, i club che collaborano o addirittura individuano gli autori dei buuu razzisti, hanno diritto alla famosa esimente, cioè alla cancellazione o riduzione della responsabilità oggettiva. «Il calcio italiano sta combattendo una lotta senza quartiere contro il razzismo – dice Gabriele Gravina – per questo desidero congratularmi con il Cagliari calcio per l’intransigenza che ha mostrato con questa decisione». Per il presidente federale, «la serietà e la determinazione del presidente Giulini sono sotto gli occhi di tutti». Ma Gravina, riferendosi anche alle polemiche arbitrali, rivolge pure «un invito ad abbassare i toni perché nelle ultime settimane abbiamo assistito ad atteggiamenti difficilmente tollerabili».
L’idea di Dal Pino
Per Paolo Dal Pino l’esempio del Cagliari «è una strada da seguire». Il nuovo presidente della Lega di A formula anche una proposta: «Sarebbe auspicabile che l’interdizione di questi soggetti fosse estesa a tutti gli altri stadi della serie A in modo che, come avviene in alcune realtà all’estero, non possano più assistere ad alcuna partita di calcio».