Simone ricordi? Lazio e Inzaghi: attesa finita Ora il cerchio può chiudersi
La sfida scudetto con l’Inter per sanare la ferita del 2018, quando i nerazzurri sfilarono la Champions ai biancocelesti
Ci sono momenti in cui arrivi ad un passo dal traguardo e non lo superi. Momenti che, proprio per questo, sembrano fatti apposta per decretare la fine di una storia. Ma che, a volte, possono invece diventare l’inizio di una nuova avventura. Addirittura migliore di quella precedente. «Dalle grandi sconfitte nascono le grandi vittorie», recita una massima di tutti gli sport. Pare fatta apposta per la Lazio di Simone Inzaghi. La grande sconfitta, il momento in cui sembrava che tutto dovesse finire, ha una data e un nome. Il 20 maggio di due anni fa, in un Olimpico stracolmo, la squadra biancoceleste affronta l’Inter. È l’ultima giornata di campionato e le due squadre si giocano il quarto posto, che significa Champions League. A dodici minuti dalla fine la Lazio è in vantaggio per 2-1 e sembra in una botte di ferro, ma poi arrivano il rigore di Icardi e il gol di Vecino a ribaltare tutto e a regalare all’Inter la qualificazione.
La delusione
Addio Champions, addio sogni di gloria per la Lazio. Era la seconda stagione completa con Inzaghi in panchina. Un anno prima c’erano stati il ritorno in Europa e una finale di Coppa Italia. L’annata successiva era cominciata con la conquista della Supercoppa italiana ai danni della Juve. La qualificazione in Champions, che mancava (e manca) dal 2007, sarebbe stata la ciliegina sulla torta di un biennio perfetto. Perderla (e perderla in quel modo, dopo averla quasi toccata) avrebbe potuto far deflagrare tutto. Come in effetti era già avvenuto nella storia recente della Lazio, quella targata Lotito. Perché dopo la qualificazione con Delio Rossi nel 2007, la sfiorarono Reja per due volte e poi Pioli (che si fermò al preliminare). Le mancate qualificazioni decretarono il tramonto e la fine sia dell’esperienza di Reja sia di quella di Pioli (per Reja dopo il secondo tentativo). All’inizio della scorsa stagione Inzaghi sembrava avviato verso un identico destino. Il tecnico cresciuto a Formello, tra le tante perle che è riuscito a infilare, è riuscito (anche) a sovvertire questa tendenza.
Il cerchio si chiude
È rimasto saldamente alla guida della Lazio, Simone. Ed è ripartito ancora più forte, tanto da vincere altri due trofei, la Coppa Italia lo scorso maggio e la Supercoppa a dicembre, e ha portato la Lazio sempre più in alto. Addirittura a lottare per lo scudetto, cosa che nessuno avrebbe pronosticato. Nessuno tranne lui. Che in tempi non sospetti (la scorsa estate) disse che gli sarebbe piaciuto diventare il primo a vincere uno scudetto con la Lazio sia da giocatore sia da allenatore. Impresa che resta difficilissima, ma che adesso non è più un’utopia. Tanto che domani la formazione biancoceleste farà rivivere dopo tanti anni al suo pubblico l’atmosfera di una sfida-scudetto. E che accada proprio contro lo stesso avversario che aveva decretato quella delusione di due anni fa può essere letto come un segno del destino. Come la chiusura di un cerchio. Che ci sarà a prescindere da come vada sia la partita di domani sia la corsa scudetto. Perché per la Lazio già essere lì è un successo senza se e senza ma.
La rivincita
Chiaro però che tanto Inzaghi quanto i suoi uomini (per quanto non lo dicano apertamente) sentano aria di rivincita. «Speriamo non finisca come due anni fa - ha detto Milinkovic a Sky -, faremo in modo che non succeda. L’Inter è fortissima, ma noi siamo cambiati rispetto ad allora, adesso siamo una vera famiglia. Scudetto? Siamo lì, per noi non è un obbligo vincerlo, però ci proveremo. E se ci riusciamo farò sicuramente un tatuaggio speciale». Sì, a Formello quella parola, scudetto, non è più un tabù. Chi l’avrebbe detto quel 20 maggio di due anni fa, quando tutto sembrava dover crollare. Ma Lazio di Inzaghi è nata per stupire. E per ripartire sempre più forte.
Il passato Quel k.o. di due anni fa ha pesato a lungo sulla squadra romana
Il presente Lo scudetto non è più un’utopia La Champions obiettivo minimo