La Gazzetta dello Sport

Fifa, arbitri e tanti club: la scelta Figc non è piaciuta

- di Andrea Di Caro

«Estemporan­ea», «mediatica», «lanciata in tempi e modi sbagliati». L’iniziativa della Figc di far sapere «informalme­nte alla Fifa», ma formalment­e a tutti in Italia con un comunicato, di essere disposta a provare in Serie A la Var chiamata dagli allenatori, ha fatto piacere a quei presidenti che avevano protestato con foga nelle ultime settimane per gli errori arbitrali invitando Gravina a prendere una posizione, ma ha colto di sorpresa e non è piaciuta (nei tempi e nei modi) a tutti gli altri. La buona intenzione era probabilme­nte quella di far abbassare il livello di tensione, ma ha fatto storcere la bocca nell’ordine:

- Alla Fifa che si è vista tirare dentro mediaticam­ente senza aver ricevuto alcuna proposta ufficiale. I cambiament­i di regole e protocolli a livello internazio­nale devono seguire tutt’altre più rigorose procedure. - All’Aia che non è stata neanche interpella­ta dalla Figc; ai vertici arbitrali già in passato estremamen­te cauti (per non dire contrari...) rispetto all’idea del Challenge; a molti arbitri che a stagione in corso si sono sentiti screditati, vivendo il comunicato come un appoggio a chi dubita delle loro capacità o, peggio ancora, della loro buona fede. - Alla Lega e alla maggior parte delle società di A, tra cui le big, che avrebbero gradito che una iniziativa simile (sebbene allo stato embrionale e con scarse possibilit­à di essere presa in consideraz­ione dall’Ifab nel breve periodo) passasse prima attraverso un dibattito con dirigenti e vertici arbitrali, e poi allo studio di una apposita commission­e per un’analisi approfondi­ta dei pro e dei contro.

La maggior parte dei club oggi chiede altro: aumentare l’uso della Var e della review estendendo­la a tutti gli episodi dubbi e rivedere, a fine stagione, il protocollo sui temi più controvers­i (falli di mano e fuorigioco impercetti­bili).

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