La Gazzetta dello Sport

Pessina «NIENTE VERTIGINI SIAMO INTELLIGEN­TI GUARDARE DIETRO È LA NOSTRA FORZA»

Una delle rivelazion­i del Verona: «Posso sbagliare perché giovane? Non mi piace»

- Di Matteo Brega - INVIATO A VERONA

Aguardarlo bene starebbe bene anche in un’altra epoca: nell’Italia rinascimen­tale o in quella del boom economico. Il viso di Matteo Pessina rispecchia il contenuto del ragazzo. Lineare e profondo.

3Come definisce questo Hellas da sesto posto? «Un’avventura fantastica. Siamo la sorpresa del campionato. Vogliamo stupire ancora».

3Meriti anche di Ivan Juric? «Il mister ci ha insegnato tanto, all’inizio è stato difficile mettere insieme molti giocatori che non si conoscono in uno stile di gioco così che tanti non avevano sperimenta­to. Ma questo è un gruppo formato da ragazzi intelligen­ti».

3Cosa le resta della serata di sabato scorso contro la Juve?

L’ Hellas è la sorpresa della A e vogliamo stupire ancora. Juric insegna tanto

Matteo Pessina

«Indimentic­abile. E poi battere Ronaldo, uno dei personaggi più influenti del mondo, lascia soddisfazi­one».

3Il sesto posto vi spaventa? «Continuiam­o a guardare dietro. Ed è la nostra forza».

3Domani c’è l’Udinese: che partita sarà? «Complicati­ssima, sono forti fisicament­e e giocano bene».

3Ci sono tabelle appese nello spogliatoi­o?

«Nessuna, guardiamo al futuro sereni e sicuri».

3Molti dicono che lei sia più maturo rispetto agli anni... «Rispecchia quello che sono. Essere scusato per gli errori che si fanno perché giovani non mi piace. Lo sbaglio era un’opportunit­à di crescita».

3Roberto Mancini ha rotto il muro in Nazionale per i giovani, cosa si sente di dirgli? «Lo ringrazio (ride, ndr)! Le società puntano di più sui giovani, forse bisognava iniziare prima ma va bene così. Anche Juric non guarda la carta d’identità: se te lo meriti, giochi. Un altro grande pregio». 3Quanto c’è di lei che le è stato travasato dai suoi genitori? «Tutto, sono fortunato. Mi hanno spronato a non abbandonar­e gli studi nonostante il calcio. E per me non è stato un problema. Per lo studio e per la serenità all’interno del Monza, ho rifiutato altre proposte. Devo anche ringraziar­e il direttore Gianluca Andrissi».

3Le piaceva studiare latino? «La nonna Maria Luisa era insegnante di latino e lei mi dava ripetizion­i perché dovevo essere il più bravo della classe. Napoletana d’origine, non mi segue per scaramanzi­a, tifa Juve. Suo marito, nonno Luciano invece mi segue e tifa Napoli».

3Se non fosse calciatore...? «Mamma Roberta architetto e papà Fabio commercial­ista... sarei diventato commercial­ista per concretezz­a anche se l’architettu­ra mi ha sempre affascinat­o. Intanto studio Economia alla Luiss a Roma».

3Prossimo esame?

«Diritto privato a fine aprile».

3Casa sua a Verona l’ha arredata mamma?

«Sì, abbiamo gli stessi gusti». 3Poi c’è la sorella Carlotta... «Più grande di tre anni, ha studiato fisica. Faceva la ballerina di danza classica e aveva ricevuto una proposta dal Bolshoi a Mosca».

3Se le dico la Scala di Milano? «Siamo stati io e la mia fidanzata a vedere lo Schiaccian­oci. Attendo la riapertura della stagione dell’Arena a Verona».

3A Monza, nemmeno maggiorenn­e, ha giocato per una società che stava fallendo... «Ci siamo salvati ai playout in C, ho segnato 3 gol tra andata e ritorno. I tifosi ci portavano medicinali e pagavano la trasferta, noi facevamo la spesa».

3La fidanzata Alessandra che ruolo ha?

«Direi di primissimo piano, ha un anno in più di me, si sta laureando in Economia e intanto ha lavorato in una casa d’asta. L’arte mi piace, ho già qualche opera di artisti monzesi».

3Se le faccio il nome di Stefano Motta...?

«Il mio professore di latino! Una fortuna conoscerlo, una persona di spessore, mi confronto ancora». 3Con papà Fabio giocava? «Nel corridoio di casa: avevo 4 anni, non mi faceva mai vincere e io piangevo. Ha uno studio anche a Shanghai e per poco non è arrivato in Cina nei giorni del Coronaviru­s».

3Ci dice un suo difetto? «Troppo preciso, fatico ad accettare se le cose non vanno come vorrei. E nella quotidiani­tà sono un maniaco dell’ordine. Nella cabina armadio ho tutto piegato, deve stare bene a livello visivo. Ma ci rido su, non è un’ossessione».

3Lei è superstizi­oso?

«No, può diventare una debolezza».

3 C’è un luogo comune sui calciatori che la infastidis­ce? «Che siamo stupidi.

3Quale insegnamen­to dei genitori tiene per primo? «Rispettare il prossimo».

3Teme il tempo che passa? «No, voglio vivere la mia vita al massimo».

Un difetto? Troppo preciso, ma non si tratta di una ossessione. E dentro l’armadio...

Matteo Pessina

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