Ansaldi, spinta da Toro Gol, assist, esperienza
Fondamentale in fase difensiva, dopo Belotti è l’uomo che tira di più: torna dopo 2 mesi dal k.o.
Provate a chiedere a Moreno Longo chi è Cristian Ansaldi, e vedrete che gli si illumineranno gli occhi. Chiaro, perché al Toro è l’uomo che è mancato di più. Si ritrovano in corsa, ora che il Toro vuole uscire in fretta dalle acque alte di una navigazione tormentata, in coda a due mesi vissuti tra l’infermeria e il lettino delle terapie. Cristian è pronto ed è uno di quei ritorni fondamentali, da scrivere senza paure di smentite. Lui non è mai stato uno qualunque: per l’esperienza con cui trasmette serenità alla fase difensiva, per la sua cifra tecnica che porta in dote più qualità al gioco, per la sua incisività in zona gol, tradotta in gol, assist e occasioni create. Sabato sera contro la Samp il primo assaggino, in questa settimana di allenamenti ha risposto benissimo a tutte le sollecitazioni (soprattutto quelle atletiche). Con lui il Toro avrà una spinta in più.
Voglia di rivincita
C’è un sentimento di rivincita sul destino che ha pervaso nelle ultime settimane l’animo di Cristian. Lui che dall’inizio della stagione è decisamente in credito con la fortuna. Dall’estate si è infortunato tre volte, e nonostante i ripetuti stop nel mezzo è riuscito a mettere insieme un mini filotto fatto di quattordici partite in Serie A nelle quali ha pure centrato il suo record di gol in un campionato (quattro gol, ai quali si aggiunge anche lo squillo nelle cinque apparizioni estive nei preliminari di Europa League). Anno tormentato, dunque: la prima lesione al bicipite femorale destro arriva il 22 agosto contro il Wolverhampton che porta allo stop definitivo il 25 agosto. Rientra un mese dopo, il 26 settembre, proprio nella sfida casalinga contro il Milan del girone di andata. Proprio sul più bello, il sabato successivo alla doppietta di Verona (il 21 dicembre, e la sera prima i ladri gli avevano anche svaligiato la villa a Torino dove vive con la famiglia), si ferma ancora costretto ai box nei primi minuti contro la Spal per un fastidio muscolare. Diventato, dopo la ricaduta durante l’allenamento del sei gennaio, una distrazione di basso grado al gemello mediale destro. Oggi, due mesi dopo, corre e sorride. Pronto a riprendersi il Torino.
Quel vizio del gol
Ma quanto “pesa” il ritorno di Ansaldi? Tanto, tantissimo. Per il carisma e l’esperienza al servizio dell’equilibrio di squadra e per il contributo-chiave che garantisce nella fase offensiva.
Ansaldi è infatti il più classico dei jolly dall’alto rendimento al quale non si può rinunciare, con il pregio di avere uno spiccato senso del gol: in questa stagione, ad esempio, è il calciatore del Toro ad aver tirato di più (1,71 tiri in media a gara) dopo Belotti (2,3). I quattro gol in questa Serie A ne fanno il terzo miglior marcatore granata in campionato, dopo il Gallo e Berenguer. È il secondo difensore over 30 della Serie A ad aver segnato di più (prima di lui solo Kolarov, cinque gol) ed è al terzo posto nella classifica dei difensori con almeno dieci presenze in questo campionato che vantano la più alta media gol a partita. Quella di Cristian è di 0,29, preceduto da Criscito (0,31) e Gosens (0,35).
Anima e cuore
Anche in una stagione ricca di alti e bassi, Ansaldi sulle montagne russe non è mai salito: ha sempre dato l’anima, il cuore non è mai mancato. Con lui si è visto un Toro, senza un altro. E non sarà un caso. Ha potuto cambiare mille volte la posizione (esterno, terzino, mezzala, anche trequartista), ma il rendimento è sempre stato al di sopra della media. Da un paio d’anni è entrato con forza nel club degli insostituibili. Longo non vede l’ora: a sinistra sta arrivando una spinta in più.