Meloni, difesa e polemiche Il Getafe fa paura al Barça
Il tecnico Bordalas lavorava nei campi, segue Simeone, è 3° con soli 58 milioni di budget. Ma non saluta Setien
Se oggi pomeriggio vince al Camp Nou il Getafe arriva a -4 dal Barça. Che per la stagione in corso ha un miliardo di budget e un tetto salariale di 656 milioni di euro. Il Getafe terzo in classifica in Liga è 14° in quella dei budget (58 milioni) e 16° in quella del tetto salariale (63 milioni). La rosa e lo staff di Bordalas complessivamente possono guadagnare un decimo rispetto ai loro colleghi del Camp Nou. Eppure sono li, a giocarsela.
Discriminazione
Vittime di una vera e propria discriminazione calcistica. Quelli del Getafe sono trattati come dei paria dagli altezzosi difensori del modello unico del calcio. Li considerano degli straccioni che pensano solo al risultato e che sposano ogni mezzo (o mezzuccio) per ottenerlo. Noi neutrali, e per di più italiani, potremmo annoverare la cosa come una forma di razzismo sportivo. «Bordalas è il miglior allenatore della Liga, checché ne pensi certa gente» dice con passione Angel Torres, presidente del Getafe.
Cocomeri e giornali
José Bordalas, 55 anni portati bene, ha una gavetta lunga come i campi di meloni e cocomeri di Almeria dove lavorava da ragazzo per tirar su due soldi e aiutare in casa. In alternativa vendeva i giornali per strada. Perché era l’ottavo di 10 figli e il «cholismo» gliel’ha insegnato la vita, non il campo di calcio. Termine che non usiamo a caso: Bordalas è considerato l’allenatore più simile a Simeone, e viene spesso indicato come naturale successore del Cholo in caso di separazione dall’Atletico. «Si gioca come ci si allena» dice Bordalas, che la scorsa settimana ha programmato una sessione da 3 ore. I giocatori non si lamentano, perché li ha portati a livelli che nemmeno sognavano. Con i limitati mezzi economici di cui sopra il Getafe un anno fa è arrivato quinto lottando fino all’ultima giornata col Valencia per entrare in Champions. E sabato scorso al Valencia ha rifilato un 3-0 inappellabile per consolidare un terzo posto che non è più da considerare miracoloso, sarebbe irrispettoso.
Pochi infortuni
Perché Bordalas studia, lavora, prepara. Il Getafe è stata la prima società spagnola ad affidarsi a Zone7: un programma sviluppato da due ragazzi israeliani con passato nei servizi segreti seguito da un passaggio nella Silicon Valley, per prevenire infortuni e migliorare il rendimento: un successo. Oggi Bordalas affronta uno dei suoi peggiori detrattori, il cruijffista Quique Setien. Che da quando si sfidavano in Segunda, LugoElche del 2013, gliene dice di tutti i colori. Novembre 2017: «Mi ribolle il sangue quando vedo una squadra giocare così, il loro non è calcio, è un’altra cosa». Da allora i due non si sono più salutati: «Del saluto a Bordalas non parlo» ha detto ieri Setien con i nervi tesi. A Getafe sono più tranquilli: loro non hanno nulla da perdere. Oggi sono al Camp Nou, giovedì aspettano l’Ajax nei sedicesimi di Europa League. Per provare a ribaltare i puristi e la loro idea di calcio più o meno totale.