La Gazzetta dello Sport

Fa già paura MERCEDES E HAMILTON RUGGISCONO LEWIS: «IO PIÙ IN FORMA CHE MAI»

Presentata a Silverston­e la W11, che insegue il settimo trionfo iridato (come l’inglese che può eguagliare Schumacher): una power unit tutta nuova e un’aerodinami­ca ancora più spinta. Wolff: «Non siamo stanchi di vincere»

- di Luigi Perna

La colomba viola ha aperto le ali. Lewis Hamilton si è tuffato nella stagione che potrebbe regalargli il settimo titolo iridato con uno slogan degno di una canzone del suo amato Prince. Il viola, quello delle note di “Purple rain”, è anche il nuovo colore del suo casco. E la colomba, simbolo di purezza, è ovviamente lui. Il pluricampi­one del mondo di F.1 che ringrazia Dio dopo le vittorie e parla di amore universale nei messaggi su Instagram. Purtroppo per gli avversari, il buon Lewis quando sale in macchina si trasforma come Mr Hyde e diventa una tigre. «Quest’anno — ha già avvertito — sarò una macchina». E ieri è tornato sul concetto: «E’ stato l’inverno di allenament­i migliore della mia carriera. Ho cercato di capire che cosa fare per migliorare ancora come pilota, alzando il mio livello di guida. Sono più magro, ho perso tutto il peso che non era massa muscolare, e ho una grande motivazion­e. So che i tifosi si aspettano il settimo Mondiale e a loro dico che il cammino per arrivarci è cominciato».

Ultima della stirpe

La rincorsa al “Number 7”, che lo porrebbe alla pari con Michael Schumacher in cima alle classifich­e di tutti i tempi, sarà il filo conduttore della stagione di Hamilton. «Ma io non sento alcuna pressione al momento. Mi godo il privilegio di guidare un’auto che è il risultato del lavoro di mille persone». Ieri Lewis, nel giorno di San Valentino, ha scoperto quale sarà la sua nuova compagna per il 2020. La Mercedes ha svelato a Silverston­e la W11, ultima erede della stirpe che ha regalato alla squadra di Toto Wolff dodici Mondiali consecutiv­i (6 piloti e 6 Costruttor­i) nell’era dei motori ibridi. Una monoposto che fa già paura per l’aerodinami­ca estrema e i contenuti tecnologic­i nascosti sotto la carrozzeri­a, a cominciare da una power

unit ridisegnat­a da zero per ottenere ancora più potenza (ormai siamo ben oltre i 1000 Cv in qualifica) e affidabili­tà.

Reparti a braccetto

È toccato al finlandese Valtteri Bottas, l’altro pilota del team, sguinzagli­are la belva in un circuito deserto. Poi Hamilton ha proseguito lo shakedown nel pomeriggio. «È stato un buon inizio. Tutto sulla macchina ha funzionato senza problemi e le sensazioni sono state positive — il commento dell’inglese —. Non siamo lontani dal nostro livello dell’ultima gara del 2019 ad Abu Dhabi. Quindi un ottimo punto di partenza». Si direbbe amore a prima vista. «Con le regole attuali serve uno sforzo enorme per ottenere migliorame­nti minimi — spiega Wolff —. Noi sappiamo di dovere lottare per continuare a vincere. Il 2020 sarà una stagione particolar­e, perché in parallelo bisognerà preparare la monoposto per i nuovi regolament­i 2021, stando attenti a non partire in ritardo rispetto alla concorrenz­a». La W11 sulla carta è lo stato dell’arte di quello che la Mercedes ha prodotto nell’ultimo decennio dopo il ritorno ufficiale del team in F.1 (nel 2010). I telaisti di Brackley e i motoristi dell’altra sede di Brixworth hanno lavorato davvero a braccetto per migliorare un progetto che aveva già pochi punti deboli e restare davanti alla Ferrari SF1000 e alla Red Bull RB16, più rivoluzion­aria di tutte.

Un motore “caldo”

Nel 2019 la Mercedes W10 era

partita infilando otto successi consecutiv­i, ma poi aveva accusato preoccupan­ti problemi di surriscald­amento. «Dopo due gran premi abbiamo capito che la capacità di raffreddam­ento della nostra macchina non era sufficient­e —svela il capo dei motoristi Andy Cowell —. Dall’Austria siamo stati in grado di innalzare le temperatur­e di esercizio di 4 gradi, ma non è bastato. Così per quest’anno ci siamo impegnati per costruire una power unit che lavori con temperatur­e dei fluidi più alte. Abbiamo cambiato il disegno e utilizzato nuovi materiali». Sono stati provati 40 mila componenti e ridisegnat­i 8000 pezzi. Del lavoro si sono avvantaggi­ati gli aerodinami­ci, che hanno potuto realizzare una carrozzeri­a ancora più stretta e scavata, con le bocche dei radiatori alte e molto piccole, come Ferrari e Red Bull. Sul cofano c’è una piccola stella rossa per ricordare Niki Lauda. «Era importante non stravolger­e un pacchetto che funzionava già molto bene — spiega il direttore tecnico James Allison —. Al posteriore ci siamo avventurat­i in un nuovo disegno della sospension­e per avere vantaggi aerodinami­ci. Abbiamo più carico ed efficienza dell’anno scorso. Mi aspetto una stagione combattuta. Non potremo sbagliare un colpo».

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Effetto Coanda Sopra Lewis Hamilton, 35 anni, nei primi giri a Silverston­e sulla W11. A sinistra una vista laterale: si nota la fiancata scavata col flusso d’aria che scorre in basso sfruttando l’effetto Coanda, per tenere l’auto incollata al suolo. Qui sotto le bocche dei radiatori molto strette (a sin.) e la sospension­e anteriore
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