La Gazzetta dello Sport

Duce, la beffa del sogno svanito

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«Andate e vincete...». Gennaio 1924, Benito Mussolini da meno di 2 anni è salito al potere grazie alla marcia su Roma e ai tentenname­nti di Luigi Facta, ultimo presidente del Consiglio prima dell’avvento del fascismo. Mussolini ha bisogno di fatti concreti per esaltare il regime, ci sono malumori tra i gerarchi più duri, il delitto Matteotti del giugno successivo segnerà il punto di non ritorno. Ma in quel gennaio, Mussolini cerca il consenso attraverso il Biathlon, ammesso alle prima edizione dei Giochi invernali, in Francia a Chamonix. Una sola gara a squadre, riservata a formazioni militari da 4 capitanate da un ufficiale. Alla gara partecipar­ono Finlandia, Svizzera, Francia, Cecoslovac­chia, Polonia e gli azzurri, guidati da Pietro Dente, sottotenen­te degli Alpini, con Goffredo Lagger, Albino Bich e Paolo Francia, tutti classe 1901. La sfida si svolse sotto una tormenta di neve, con continui colpi di scena. Uno, riguardò gli italiani: di loro si persero le tracce, mai arrivati al traguardo, letteralme­nte scomparsi. Forse la rottura di uno sci ne provocò il ritiro, fatto sta che quando la notizia arrivò a Roma, fu tenuta nascosta. L’oro fu vinto dagli svizzeri e quindi il disastro italiano presto attraversò il confine. Uno smacco per il fascismo e gli sfortunati alpini. Presto inghiottit­i da eventi molto più grandi di loro.

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