Semenya, il ritorno A sorpresa in un 300 col record sudafricano
Esclusa da gare tra i 400 e il miglio, era assente dal 30 giugno: «Sono qui per restare»
L’UJ Stadium di Westdene, sobborgo di Johannesburg, è un impianto polivalente prevalentemente utilizzato per il rugby. Fu anche sede di allenamenti ufficiali della Coppa del Mondo di calcio 2010. Di proprietà dell’Università cittadina, ha una capienza di circa 8000 posti. È qui, sul far della sera, che Caster Semenya, nell’ambito del Classic Shooutout, un meeting locale, ha scelto a sorpresa di tornare all’atletica. Vincendo un 300 in 36”78, record sudafricano migliorato dopo 20 anni. Con 37”02, dal 2000, apparteneva a Heidi Seyerling. Taylon Bieldt, seconda in una gara a otto, con 37”22 le è rimasta ben lontana. E anche se la distanza è poco praticata e il primato del mondo di Shaunae Miller è di 34”41, la prestazione è di discreto valore: Caster vantava un 37”22 in altura del 2017, più passaggi da 36”5 negli 800. «Sono qui per restare — ha detto sibillina subito dopo -: atletica, mi vedrai ancora. È tutto quel che per ora posso dire». Mettendo così a tacere chi pensava che con le chiodate avesse chiuso per sempre. “Siateci o fatevi raccontare” aveva scritto sui social un paio d’ore prima. Accompagnato dall’hashtag “TheReturn”, “Il ritorno”.
Il caso
La 29enne sudafricana, che di recente ha festeggiato i tre anni di matrimonio con Violet, mancava da oltre sette mesi. Dal 30 giugno quando, al Prefontaine Classic traslocato a Palo Alto, in California, con 1’55”70 e una striscia partita nel 2015, vinse il trentunesimo 800 consecutivo. Poi, il 30 luglio, la sentenza del Tribunale federale svizzero che, annullando la sospensione ad personam della norma introdotta l’8 maggio dalla federazione internazionale per atlete intersex come lei, le negava la possibilità di misurarsi in gare femminili comprese tra i 400 e il miglio (Mondiali di Doha d’autunno compresi), a meno di non abbassare i propri livelli di testosterone entro i 5 nanomoli per litro di sangue, grazie a specifiche cure ormonali. Cure alle quali la due volte oro olimpico e tre volte mondiale degli 800 rifiuta di sottoporsi. Da qui l’annuncio di inizio settembre di una possibile carriera nel calcio, sport praticato ai tempi della scuola. Con un contratto e una serie di allenamenti col JVW Football Club, squadra della massima serie nazionale con base a Bedfordview, nella provincia del Gauteng, in attesa della nuova stagione. I Giochi di Tokyo, dove potrebbe eventualmente presentarsi nei 200, nei 5000 o nei 3000 siepi, resta lontana. Ma sarà un caso che Nike, pochi giorni fa, l’ha voluta a New York per sfilare coi propri testimonial di punta nel lancio della linea a cinque cerchi?