La Gazzetta dello Sport

Nibali «Così a 35 anni riparto per vincere»

Sull’aereo verso il Portogallo con lo Squalo che oggi a 35 anni apre una nuova era in Algarve. Coronaviru­s, misure speciali

- di Scognamigl­io

L’aereo da prendere a Malpensa non era stato il primo pensiero del mattino. «Ho accompagna­to mia figlia Emma a scuola. Anche perché ora mancherò da casa per qualche giorno». Vincenzo Nibali è sempre stato così: campione in bici, straordina­rio esempio di normalità nella vita di tutti i giorni. E non c’è nessun motivo perché si trasformi a 35 anni. Semmai c’è stato un piccolo cambio geografico: al mappamondo personale, già affollato, si è aggiunto il Portogallo. «Non c’ero mai stato. C’è sempre una prima volta», sorride lo Squalo sedendosi più o meno a metà dell’Airbus 320 della Tap che da Milano arriverà poco dopo l’ora di pranzo a Lisbona, prima che lui prosegua in auto con il fratello Antonio verso Faro. Da oggi, in una Volta Algarve ricca di campioni, da Viviani a Evenepoel, Van der Poel e Thomas, Nibali comincia la 16a stagione da pro’ con una nuova squadra - la quinta -: la Trek-Segafredo. Giro, Olimpiade, Mondiale gli obiettivi 2020 di Enzo. Centrarne anche solo uno sarà complesso, ma a quasi 10.000 metri di quota il siciliano lascia l’impression­e che ti dà a terra: quando le sfide chiamano, è prontissim­o a rispondere.

3Cominciar­e per l’ennesima volta un’altra stagione. Routine o c’è ancora spazio per emozione e novità?

«Un po’ di routine c’è. Ma sa cosa, soprattutt­o? La non voglia di allenarsi, ma di correre. (risata, ndr). Correre è molto meglio che allenarsi! Poi l’inverno sta per finire, i chilometri percorsi in bici sono già tanti, molti degli altri hanno già iniziato… e anche in me c’è una forte volontà di scendere in campo».

3Della vigilia di quel Laigueglia 2005, sua gara del debutto tra i pro’, ricorda qualcosa? «Forse la paura di confrontar­si con la categoria superiore. L’intenzione di mostrare le proprie qualità su una ribalta più importante».

3E’ reduce da due settimane in altura sul Teide, alle Canarie: non aveva mai iniziato così presto. Com’è andata? Cambiament­i nella preparazio­ne? «Come nelle altre stagioni. Ma quest’anno, almeno come sensazioni, sono partito meglio. L’anno scorso vivevo la transizion­e per l’infortunio alla vertebra del Tour 2018. Al fisico serviva tempo. Poi prima dell’altura siamo stati in località calde come la Sicilia, o Maiorca. E a Lugano non ha piovuto quasi mai. Non ho perso giorni di allenament­o per la pioggia, o forse uno. Mai successo».

3Ciccone, suo compagno di camera al Teide, ha vinto subito al Laigueglia. Sorpreso? «No. Avevo visto che era a buon punto. La salita è la sua arena. Giulio è un attaccante, “nervoso” nel senso buono. Iperattivo, vuole che tutto sia al posto giusto. Ha voglia di far bene, non si fa sfuggire niente, è sempre concentrat­o. Sa che deve migliorare a crono, ma ha già co

A 35 anni la cosa più difficile è far quadrare tutto ciò che hai intorno

minciato a cercare di farlo. È nella squadra giusta, c’è tutto il necessario. Dal materiale allo staff, ai compagni».

3Che si aspetta da questa Volta Algarve? La segnalano in una discreta forma.

«Mi sembra di stare bene, ma fino a che non agganci i piedi ai pedali in gara non puoi saperlo. Ho voglia di misurarmi, perché ho cercato di lavorare molto bene. Sono tranquillo, fiducioso. La squadra mi ha dato la serenità necessaria». 3Domenica qui ci sarà una crono (20 km), ci ha lavorato molto negli ultimi mesi. «Sarà un buon test. La posizione in bici è diversa. Un cambio radicale, mi sono trovato subito a mio agio. Le geometrie diverse delle bici ti permettono un assetto differente. Non è che una sia in assoluto meglio dell’altra, è che tanti anni fa il telaio si adattava all’atleta, ora è il contrario».

3Il suo coach, Paolo Slongo, a dicembre ci aveva detto che dopo il biennio 2020-2021 immaginava di vederla correre un po’ alla Valverde, senza obblighi di classifica nei Giri e ritrovando la libertà dei primi anni. Ci può stare?

«Eh. Dipende dall’approccio, da come vivi le cose. Esempio: a 25 anni, il modo di porsi è molto diverso da quando ne hai 35. A 25 anni hai meno impegni, ti dedichi solo alla bici. A 35, hai tante cose attorno che prima non avevi. A cominciare dalla famiglia, dai figli. La cosa più difficile è far quadrare tutto. Sali in bici e pedali, sì, ma ci sono fattori esterni che molti non consideran­o. Alla mia età, bisogna andare grado per grado. A quello che succederà tra due anni ci penseremo poi».

3 Si sente addosso ha?

«Se mi guardo indietro vedo tante cose. Tanti avveniment­i. Ma non mi sento “vecchio”, affatto. E neppure un Highlander! L’età è solo un numero. E la voglia che ho della sfida, della competizio­ne è quella di quando ero un ragazzo. E’ per questo che sono ancora qui».

3Chiudiamo con il coronaviru­s. È preoccupat­o?

«Un po’, sì. Stiamo utilizzand­o, come protocollo medico della squadra, qualche accorgimen­to in più come lavarsi spesso le mani e evitare di portarsele al viso. Andando a Tenerife, ho utilizzato la mascherina. Mi ha colpito la cancellazi­one della maratona di Tokyo. I Giochi? Bisognerà vedere come si evolverà la situazione».

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(Foto: Vincenzo Nibali, da oggi in gara in Algarve)
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BETTINI A Malpensa In alto, Nibali con il fratello Antonio all’aeroporto e poi in bici. A sinistra, come un re
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