La Gazzetta dello Sport

Paolo Rossi

«IL NUOVO PABLITO? MI PIACE LAUTARO LA JUVE BALBETTA MA IN EUROPA...»

- di G.B. Olivero

La gente mugugna perché non vede il bel gioco che si attendeva da Sarri, ma conta vincere

Mancini c.t. è stata una piacevole sorpresa. Ha tirato fuori le sue idee e la conoscenza del calcio

Da ieri Rossi è cittadino onorario di Vicenza «L’alone di magia che circonda la Lazio ricorda quello del Lanerossi: tutto riesce d’incanto»

Ametà mattina i caffè diventano difficili da calcolare. Un po’ come i gol. Una giornata a Vicenza per Paolo Rossi è come tornare a casa dopo molto tempo: ci sono tanti amici da salutare, tante mani da stringere, tanti ricordi da spolverare. Così la prima telefonata all’orario concordato ottiene questa simpatica risposta: «Mi perdoni ma sto bevendo un caffè con alcuni amici». Anche al secondo tentativo ci sono un caffè e quattro risate che meritano giustament­e la priorità: «La richiamo io tra pochi minuti». E così accade, perché Paolo Rossi è un mito gentile e disponibil­e, Pablito è il super eroe di una generazion­e che una notte di luglio del 1982 si ritrovò in piazza a festeggiar­e con una felicità dentro che probabilme­nte nemmeno nel 2006 è stata raggiunta. Ieri Rossi era a Vicenza per ricevere la cittadinan­za onoraria: «Qui sento un affetto incredibil­e. Mi fermano, mi parlano, mi vogliono bene. E mi fanno ripensare a quella stagione eccezional­e».

3Era il 1977-78. Quel Vicenza fu sorprenden­te come la Lazio oggi?

«Di più perché era neopromoss­o mentre la Lazio è stata costruita pian piano con elementi di valore. La favola di quel Vicenza oggi non sarebbe più proponibil­e. Però nell’alone di magia che circondava quella squadra c’è qualche similitudi­ne con la situazione attuale della Lazio: tutto riesce d’incanto».

3Quell’anno vinse la Juve. I bianconeri sono favoriti anche oggi?

«Sì, ma con qualche dubbio perché finora hanno balbettato un po’. Non si è vista la netta superiorit­à degli altri anni. Lazio e Inter sono rivali veri e credibili per il titolo. E per noi che guardiamo è più divertente».

3 Si percepisce un giudizio piuttosto negativo su Sarri. Lo condivide?

«La gente mugugna perché non vede quel gioco spettacola­re o almeno divertente che si aspettava. Il peccato di Sarri, se vogliamo chiamarlo così, è proprio l’attesa che lo circondava. In realtà è cambiato pochissimo rispetto alla gestione di Allegri.

Alla fine nel calcio contano i risultati e Sarri è comunque in testa. Valuteremo a giugno».

3Tra Conte e Inzaghi chi l’ha sorpresa di più?

«Entrambi. Conte si è confermato tecnico di valore assoluto: riesce sempre a ottenere il massimo dai giocatori e non lascia niente al caso. Inzaghi migliora anno dopo anno e adesso è sicurament­e uno degli allenatori più bravi».

3L’Inter ha margini di migliorame­nto rapidi, ossia che possono incidere nella lotta per lo scudetto?

«Credo di sì, perché i nuovi acquisti devono assimilare meglio il gioco. Ed Eriksen l’abbiamo visto pochissimo: lui può garantire una svolta dal punto di vista qualitativ­o».

3Immobile, Ronaldo, Lukaku: tre modi diversi di essere centravant­i.

«Ronaldo è bionico: sono impression­ato dal suo rendimento fisico-tecnico e dal modo in cui è sempre concentrat­o. Sembra un ventenne. Immobile è nel pieno della maturità e ha trovato un feeling splendido con Luis Alberto e Milinkovic. Ciro ha bisogno di essere supportato ed è bravissimo a esaltare il lavoro dei compagni. Lukaku garantisce un numero discreto di gol e poi fa un lavoro mostruoso: è un trascinato­re».

3 Manca un centravant­i alla Pablito?

«Eh sì, perché io avevo caratteris­tiche diverse. Ero atipico: non avevo il fisico del centravant­i ed ero tutto intuizione, rapidità, velocità. Sa chi mi somiglia almeno un po’ in area? Lautaro Martinez. Ha più forza di me nelle gambe, ma ha cattiveria nell’anticipo, grandi doti di intuito e punisce gli errori dei difensori. Anche Mertens è un centravant­i atipico e come me ha iniziato da esterno».

3In Nazionale Mancini alterna Immobile e Belotti: giusto? «Se a loro non dà fastidio - cosa strana - può funzionare perché tiene entrambi sul pezzo».

3Pensava che Mancini si sarebbe calato così bene nei panni del c.t.?

«Sinceramen­te no, ma è stata una piacevole sorpresa. Ha tirato fuori le sue idee e la sua conoscenza del calcio. Adesso tifiamo per lui e i suoi ragazzi all’Europeo».

3A proposito, più facile che l’Italia vinca l’Europeo o che la Juve conquisti la Champions? «Adesso direi l’Italia perché in un torneo breve può succedere di tutto e anche se non sei tra i favoriti puoi ottenere grandi risultati se il gruppo è forte e sano. Ma occhio a non sottovalut­are la Juve: a volte entrare nella seconda fase a fari spenti può essere un vantaggio. Se si crea l’alchimia giusta può cambiare tutto in un attimo. Speriamo innanzitut­to che passino almeno due squadre ai quarti: al Napoli servirebbe un’impresa con il Barcellona, l’Atalanta può eliminare il Valencia e la Juve è favorita con il Lione. Poi vedremo cosa accadrà. Ma la Juve non parte battuta con nessuno».

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2) Con l’Italia al Mondiale 1982. La foto grande risale ai tempi del Vicenza
2 1) Paolo Rossi con la maglia della Juve. 2) Con l’Italia al Mondiale 1982. La foto grande risale ai tempi del Vicenza
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Festa «A Paolo Rossi, per gli straordina­ri meriti sportivi e per il lustro dato alla nostra città, promuovend­one la conoscenza». Qui col sindaco di Vicenza Francesco Rucco e Valentino Sorrentino, presidente del Consiglio comunale
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Su Mancini
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Su Sarri

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