Mistero Eriksen Feeling a zero con Inter e Conte
Il mistero Carattere e tattica Chris e l’Inter: il feeling è a zero Conte chiedeva giocatori pronti, il danese è ancora un corpo estraneo. Col Getafe l’occasione per svoltare
Quarantuno giorni possono bastare ma anche no. Non per Christian Eriksen, non per Antonio Conte: la scintilla non è ancora scattata, non c’è Inter che li metta insieme. E allora conviene fissare qualche punto che aiuti la comprensione del perché il danese - l’uomo sbarcato a Milano il 27 gennaio per lo sprint scudetto - non è neppure partito dai blocchi.
Aiutati che...
Giusto per intendersi: la questione non è fisica. Almeno non lo è più, perché il deficit di condizione non può essere la spiegazione alle porte della primavera. La realtà è che il danese oggi è un corpo estraneo nell’Inter, è un innesto non ancora riuscito, è l’ingranaggio che viaggia a una velocità diversa rispetto al meccanismo intero e non s’incastra mica, impossibile. Questione di caratteristiche: si conoscevano quelle tecniche certo, ma forse un po’ meno quelle caratteriali. In un’Inter che difetta di personalità - l’ha sottolineato lo stesso Conte dopo la sconfitta allo Stadium - Eriksen non fa eccezione. E non è neppure aiutato da un atteggiamento naturale, che lo spinge a comportarsi sempre alla stessa maniera in campo, qualsiasi sia il risultato o l’avversario. Peggio che mai, poi, arrivando a metà stagione in un contesto già rodato e già funzionante. Certo, le panchine non favoriscono l’autostima. Ma il centrocampista poco ha fatto fin qui per strappare o per tentare un fuga, volendo usare una metafora ciclistica. E’ rimasto in gruppo. E, gruppo per gruppo, Conte è naturalmente meno propenso a cambiare, sia uomini sia a maggior ragione atteggiamento tattico. Aiutati che Dio t’aiuta, si suol dire. Eriksen non si sta aiutando, pur con tutti gli alibi che è giusto concedergli.
Modifiche
Il secondo punto del ragionamento è di ordine tattico. Conte in carriera ha trovato spazio a moltissimi centrocampisti di talento, è un falso storico pensare che voglia solo altri tipi di giocatori in quel ruolo. Se non ritiene di fidarsi al 100% di Eriksen, ha evidentemente una buona dose di ragioni da esporre. Oltre a quella caratteriale, c’è quella legata a un modulo che va ritoccato per far spazio al danese. I lavori sono in corso. Ma c’è tempo per farlo a gennaio? No. Quando Conte alla società, lo scorso autunno, sottolineò la necessità di acquistare giocatori già pronti all’uso, evidentemente si riferiva - al netto dei singoli nomi - a uomini in grado di integrasi un minuto dopo il loro arrivo. Eriksen ha bisogno in campo di uno spazio per esprimersi che il 3-5-2 di Conte fatica a concedergli. «Dove preferisco giocare? Dove posso avere il pallone», disse il danese alla Gazzetta un mese fa. Voglia di libertà, facendo seguito alla quale Conte ha provato a testare qualcosa di alternativo, leggi il 4-4-2 contro il Ludogorets, o il 4-3-1-2 nella parte finale della gara di Torino. Ma le risposte non sono mai state esaltanti. Non hanno prodotto una scossa tale da mettere in discussione le certezze. Non è mai troppo tardi. Forse lo è per il campionato, magari però c’è ancora spazio per il resto della stagione. Ad esempio per l’Europa League. Giovedì - data per scontata la conferma del match - Eriksen giocherà con ogni probabilità dal primo minuto. Inseguendo quel clic che può finalmente accendere la sua stagione.
TEMPO DI LETTURA 2’ 55”
In quale posizione mi piace giocare? Dentro il campo, dove posso avere il pallone
Eriksen Centrocampista Inter