Il dubbio fra Pasalic e Zapata L’incertezza Caldara-Palomino
«Siamo tutti molto tristi La storica qualificazione può dare un po’ di sollievo»
●Un dubbio e un’incertezza, per una formazione che comunque si annuncia senza sorprese e avrà come sempre tre (minimo) giocatori offensivi, che siano tre attaccanti, o due con un centrocampista offensivo. Se Gasperini sceglierà Pasalic (probabilmente trequartista come all’andata, con Ilicic e Gomez larghi), sarà Zapata a sedersi in panchina; con l’attacco pesante, come a cia sarebbe stato ovviamente una spinta maggiore, conosciamo i pregi e i difetti degli spagnoli. Pensiamo a concentrarci su questo e fare la prestazione che ci consenta di superare il turno. Siamo fiduciosi di poter arrivare ai quarti. Cerchiamo di
Lecce, il ballottaggio sarebbe fra Pasalic e Freuler per affiancare De Roon nella diga di centrocampo. L’incertezza riguarda invece i tre centrali, gli unici a Valencia visto che Toloi, infortunato, non fa parte dei venti convocati: sicuro Djimsiti sul centro sinistra, il tecnico dovrà scegliere chi fra Caldara e Palomino giocherà in mezzo nella sua posizione “naturale” e chi slitterà sul centro-destra.
questo grande risultato e di portarci avanti per quando le cose torneranno normali».
Il riposo forzato
Dall’andata a stasera, l’Atalanta ha giocato solo la partita di Lecce. Un riposo forzato assorbito bene o male dallo spogliatoio? Gasperini: «In questi giorni abbiamo fatto buonissimi allenamenti anche se io e i miei avremmo preferito giocare con la Lazio, perché dopo Valencia eravamo all’apice dell’entusiasmo. Ma poi è passato tutto giustamente in secondo piano e questo stop non deve essere assolutamente un alibi, è andata così e pazienza». Stop che dopo Valencia potrebbe essere anche più lungo in campionato. «Prima si è pensato, credo, che giocare anche se a porte chiuse magari avrebbe permesso di dare un minimo di sollievo alla gente chiusa in casa. Ma la salute viene prima di tutto».
TEMPO DI LETTURA 2’29”
L’Atalanta va in campo stasera a Valencia per guadagnare un mese. Calcolo e scenario sono presto detti: nessuno può prevedere oggi come evolverà la situazione del calcio europeo nelle prossime settimane perché nessuno, a diversi piani di importanza più in alto, può avere certezze sullo sviluppo del contagio globale. Questo significa che l’Atalanta, uscendo qualificata stasera da Mestalla, viaggerà nel tempo di (almeno) un mese, ovvero le date previste per le gare d’andata dei quarti di Champions (7-8 aprile). Un autentico lusso, se consideriamo quanto sia cambiata la situazione italiana in pochi giorni per colpa della velocità di propagazione del virus. Per dirla tutta, il vantaggio di una settimana rende molto meno scomoda la posizione dell’Atalanta rispetto a quelle di Juventus e Napoli, appese per altri sette giorni all’evoluzione del male e ai suoi effetti sui calendari sportivi.
Mestalla è uno stadio antico, verticale e ribollente, una specie di Bombonera traslata in Europa. Il Valencia avrebbe il diritto sportivo di “usarlo” per tentare la rimonta, così come l’Atalanta ha sfruttato San Siro per distanziarsi, ma visto che ragioni superiori hanno imposto le porte chiuse sarebbe sciocco negare che in questa gara di ritorno la squadra di Giampiero Gasperini goda di un ulteriore vantaggio. Deve capitalizzarlo, consapevole che il 4-1 dell’andata è stato un risultato largo, perché se è vero che l’Atalanta avrebbe potuto segnare di più - la difesa rabberciata del Valencia è un disastro, e rispetto a tre settimane fa non ha recuperato nessuno è altrettanto incontestabile che negli ultimi venti minuti gli spagnoli davanti a Gollini sbagliarono l’impossibile. Si affrontano dunque due squadre piene di gol, altro aspetto positivo per chi gioca il ritorno in trasferta e, partendo da tanto vantaggio, inevitabilmente avrà a disposizione gli spazi aperti da una rivale costretta all’assalto all’arma bianca. L’Atalanta - che a Bergamo viene chiamata Dea - in questa competizione sembra godere di una benevolenza divina, dalla rimonta dopo una partenza-choc (possibile grazie ai due pareggi delle rivali nei loro scontri diretti) al sorteggio non impervio degli ottavi, alla stessa dinamica della gara d’andata. La prenda come un risarcimento perché Andrea Agnelli ha scelto un esempio sbagliato - questa è la quarta stagione super dei bergamaschi, non la prima e continui a meritarsela col suo calcio spettacolare. Abbiamo tutti un gran bisogno di storie allegre. In uno scenario in continuo mutamento anche il Paris St.Germain, domani sera, dovrà tentare la rimonta sul Borussia Dortmund peraltro distante un solo gol - senza contare sui propri tifosi. Porte chiuse al Parco dei Principi, mentre stasera a Lipsia e domani a Liverpool gli stadi, a meno di decisioni dell’ultima ora, saranno aperti. Il calore di Anfield è una necessità per la squadra di Jurgen Klopp, vistosamente calata di forma dopo un’incredibile cavalcata da agosto a febbraio: può anche essere stato un calcolo, per tornare al top dai quarti in poi, ma in queste condizioni il sorteggio con l’Atletico Madrid è stata una disdetta, come ben sa la Juve che l’anno scorso se lo tolse di dosso soltanto in extremis. José Mourinho, infine, stasera avrà bisogno di tutta la magia che gli rimane per risalire la corrente in trasferta, a porte aperte, contro un Lipsia più forte del suo Tottenham ferito. Ha più vite dei gatti, certo, ma stavolta è proprio dura.