Douglas sfotte Marotta: «La prossima volta a luci spente»
Il brasiliano risponde a un tifoso e punge l’uomo che lo portò a Torino: «Le porte non erano chiuse bene...»
Lo sprint è il suo mestiere. Douglas Costa è sempre pronto a scattare in mezzo al campo e non cambia modo di essere quando dal prato verde si sposta sui social: velocissimo a postare su Instagram e anche a raccogliere gli assist che gli arrivano dai suoi follower. Domenica sera dopo la vittoria per 2-0 sui nerazzurri una sua battuta lo ha trasformato nell’idolo della tifoseria bianconera, scatenando però la rabbia dei rivali nerazzurri.
Porte e luci
La colpa (o il merito, a seconda dei punti di vista) del funambolo brasiliano è stata quella di aver risposto a un suo seguace che aveva commentato così la foto dei festeggiamenti di gruppo scattata negli spogliatoi, corredata dalla didascalia «L’Unione fa la forza!»: «Attenti alle distanze! Altrimenti Marotta chiede la vittoria a tavolino». Prontissima la replica di Douglas Costa: «Non erano chiuse bene le porte...oppure la prossima volta si gioca a luci spente».
Insieme alla Juve
Il riferimento è alla posizione dell’amministratore delegato dell’Inter, che era contrario al rinvio di Juventus-Inter (la prima decisione della Lega era stata quella di posticipare la partita di una settimana con la speranza, poi risultata vana, di poterla giocare a porte aperte). La cosa curiosa è che Marotta è stato, insieme a Fabio Paratici,l’uomo che ha portato il brasiliano dal Bayern Monaco alla Juventus. Nell’estate 2017, quando ancora ricopriva la stessa carica per i bianconeri, l’attuale a.d. nerazzurro condusse una trattativa serrata con il club tedesco per arrivare a un prestito oneroso (6 milioni) con obbligo di riscatto fissato a 40. Douglas sbarcò a Torino a luglio e 11 mesi dopo divenne tutto della Juventus, che esercitò l’obbligo pochi mesi prima che Marotta lasciasse la Juventus, per poi accasarsi a Milano.
Il ritorno
Lo sfottò è diventata un’occasione di dibattito: Douglas Costa è stato applaudito e osannato dai suoi tifosi e attaccato violentemente dagli avversari, che hanno giudicato di cattivo gusto la punzecchiatura. Alcuni lo hanno accusato di scarsa sensibilità verso un problema molto serio come il coronavirus, altri hanno ironizzato sulla sua fragilità muscolare. Il brasiliano con l’Inter ha giocato la prima partita da titolare a un mese esatto dall’ultima apparizione. Sarri lo considera un’arma preziosa proprio per la sua velocità, per questo gli ha dato fiducia dall’inizio, pur sapendo che non era ancora al top.