Ibra, questo Milan gli lascia solo rabbia Così non c’è futuro
Zlatan segnalato nervoso con Gazidis: in settimana previsto un faccia a faccia
Il disagio si è notato chiaramente a occhio nudo durante la partita: braccia allargate nel gesto di chi non capisce come certe giocate di alcuni compagni possano essere gestite così male, un paio di sgridate sonore e plateali (Castillejo ne sa qualcosa), il tentativo di andare a recuperarsi qualche pallone per conto proprio scendendo fino alla mediana (una volta lo abbiamo visto persino in linea con la difesa). L’altro ieri Ibrahimovic è sembrato una specie di animale in gabbia. Non ha giocato una partita scintillante, ma ripercorrendola, a differenza di molti altri rossoneri, ha fatto il suo: il gol, Calhanoglu accompagnato a tu per tu con Perin e poi, d’accordo, se n’è divorato uno pure lui. Ma l’esempio, dal momento che Zlatan è stato preso anche per questo, non è mancato nemmeno nella partita in cui gli altri hanno tradito.
Coinvolgimento
Il disagio, però, non è soltanto quello che si vede. C’è pure quello che non si vede. Quello racchiuso al di là del cancello verde di Milanello e che in qualche modo filtra. Zlatan ogni volta che varca quel cancello sa di stare rendendo per come si attendevano tutti al Milan. Fra campionato e Coppa Italia è andato in buca quattro volte in dieci partite, con una media di una rete ogni 202 minuti (più un assist) e - molto indicativo la media voto migliore della rosa: un bel 6,45 che svetta nettamente sul resto del gruppo. Eppure il momento è complicato e lui sempre più pensieroso. Sotto tutti i punti di vista. In campo perché gli altri non mettono la sua applicazione, e fuori dal campo perché si sta ritrovando in una situazione inimmaginabile. No, non era questo il Milan a cui aveva pensato quando lo avevano chiamato Maldini e Boban. Ecco, adesso uno non c’è più e l’altro chiuderà l’avventura a fine stagione. Sono gli stessi dirigenti che gli avevano già apparecchiato il rinnovo per il prossimo anno, che avevano addirittura iniziato a illustrargli in che modo e con quali giocatori avevano intenzione di rinforzare la squadra. Insomma, Zlatan era fortemente coinvolto.
Scelte
E ora che è tutto terribilmente fumoso e insondabile, sia in termini sportivi sia societari, Ibra si rende conto di non essere felice. Quella stessa felicità di cui aveva parlato pochi giorni fa Raiola («Per il futuro c’è un mezzo progetto, è felice al Milan») e che ora si è trasformata in rabbia. Rabbioso. Molto. E’ così che lo descrive chi gli sta vicino. Rabbioso per essersi ritrovato in un imbuto lavorativo e rabbioso nei confronti di Gazidis, di cui a quanto pare non ha condiviso scelte e operato nell’ultimo periodo. Raccontano anche di qualche frizione verbale fra i due, perché Zlatan a 38 anni e con il suo ego non ha problemi di schiettezza con nessuno. La userà anche in settimana: in programma ci sarebbe proprio una chiacchierata di persona con l’a.d. Poi c’è il campo, certo, dove non ha deglutito la rassegnazione e le modalità in cui è maturato il k.o. col Genoa. Il club, dal canto suo, su Z tirerà le somme a fine stagione e per ora si ritiene ampiamente soddisfatto. Poi, come dice Pioli, andrà come andrà.