La Gazzetta dello Sport

Paradosso Pioli: ha il sostegno del club, ma resta solo

Il tecnico rimane senza riferiment­i sportivi. Su Rangnick il club intanto frena: solo l’1% di possibilit­à che arrivi

- Di Alessandra Gozzini - MILANO

La solitudine è il sentimento dominante in questa fase della stagione rossonera. È solo Gazidis, l’a.d. al centro dello scontro interno con i dirigenti, attuali ed ex, dell’area sportiva. Sono soli Maldini e Massara, d.t. e d.s. (a tempo), senza più la collaboraz­ione di Zvone Boban. È solo Stefano Pioli, l’allenatore della squadra che dovrebbe avere intorno il sostegno di tutte le parti: nei giorni che hanno preceduto la partita contro il Genoa il solo Gazidis (un amministra­tore delegato, da anni nel calcio ma non uomo di campo) ha seguito gli allenament­i. I giocatori possono essere un sostegno, ma anche sul gruppo si sono sentite le conseguenz­e dello scontro ai piani alti. Senza una società solida e dei dirigenti che lo stimano, Ibrahimovi­c difficilme­nte rinnoverà. Era già difficile pensare a un confronto tra Raiola e il club per il futuro di Donnarumma: ora l’agente di Gigio si ritrova senza interlocut­ori di riferiment­o. Vale per gli altri suoi assistiti, da Romagnoli a Bonaventur­a. Rebic è per contratto rossonero a tempo determinat­o: il cartellino resta di proprietà dell’Eintracht. Nessuno di loro ha intenzione di fare un passo indietro ma nemmeno basta quanto fatto finora: occorre caricarsi di un maggiore senso di responsabi­lità. Da Ibra (il rapporto con Gazidis è già teso) a Donnarumma, il più giovane della squadra ma anche quello con il maggior numero di presenze rossonere. Il resto peserà sulle spalle di Pioli che non ha mai pensato di indietregg­iare. Gazidis gli rinnova continuame­nte la fiducia, come è successo anche ieri: il k.o. col Genoa non ha intaccato la stima nei suoi confronti ma per il futuro resta tutto aperto. L’ipotesi Rangnick, di grande attualità, è ancora da delineare (e da via Aldo Rossi si spingono addirittur­a a dire che esiste soltanto l’1% di possibilit­à).

Tempi agitati

È raro trovare un allenatore che in carriera abbia scelto almeno una volta di dimettersi. Stefano Pioli è stato protagonis­ta dell’azzardo il 9 aprile scorso, quando rimise il proprio mandato nelle mani degli ex proprietar­i della Fiorentina. Siccome ne era stato capace una volta, qualcuno ha pensato che potesse ripetere la scelta al Milan: i tempi sono altrettant­o agitati, ma la situazione è completame­nte differente. Oggi Pioli sceglie di andare avanti, senza aver mai pensato di arretrare: mentre in società si sgretola l’ennesimo tentativo di ricostruzi­one, e Boban e Maldini erano stati i dirigenti che lo avevano scelto, Pioli prosegue: ma la scalata all’Europa, senza un sostegno davvero forte, è ancora più dura.

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LAPRESSE Problemi Stefano Pioli, 54

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