Paradosso Pioli: ha il sostegno del club, ma resta solo
Il tecnico rimane senza riferimenti sportivi. Su Rangnick il club intanto frena: solo l’1% di possibilità che arrivi
La solitudine è il sentimento dominante in questa fase della stagione rossonera. È solo Gazidis, l’a.d. al centro dello scontro interno con i dirigenti, attuali ed ex, dell’area sportiva. Sono soli Maldini e Massara, d.t. e d.s. (a tempo), senza più la collaborazione di Zvone Boban. È solo Stefano Pioli, l’allenatore della squadra che dovrebbe avere intorno il sostegno di tutte le parti: nei giorni che hanno preceduto la partita contro il Genoa il solo Gazidis (un amministratore delegato, da anni nel calcio ma non uomo di campo) ha seguito gli allenamenti. I giocatori possono essere un sostegno, ma anche sul gruppo si sono sentite le conseguenze dello scontro ai piani alti. Senza una società solida e dei dirigenti che lo stimano, Ibrahimovic difficilmente rinnoverà. Era già difficile pensare a un confronto tra Raiola e il club per il futuro di Donnarumma: ora l’agente di Gigio si ritrova senza interlocutori di riferimento. Vale per gli altri suoi assistiti, da Romagnoli a Bonaventura. Rebic è per contratto rossonero a tempo determinato: il cartellino resta di proprietà dell’Eintracht. Nessuno di loro ha intenzione di fare un passo indietro ma nemmeno basta quanto fatto finora: occorre caricarsi di un maggiore senso di responsabilità. Da Ibra (il rapporto con Gazidis è già teso) a Donnarumma, il più giovane della squadra ma anche quello con il maggior numero di presenze rossonere. Il resto peserà sulle spalle di Pioli che non ha mai pensato di indietreggiare. Gazidis gli rinnova continuamente la fiducia, come è successo anche ieri: il k.o. col Genoa non ha intaccato la stima nei suoi confronti ma per il futuro resta tutto aperto. L’ipotesi Rangnick, di grande attualità, è ancora da delineare (e da via Aldo Rossi si spingono addirittura a dire che esiste soltanto l’1% di possibilità).
Tempi agitati
È raro trovare un allenatore che in carriera abbia scelto almeno una volta di dimettersi. Stefano Pioli è stato protagonista dell’azzardo il 9 aprile scorso, quando rimise il proprio mandato nelle mani degli ex proprietari della Fiorentina. Siccome ne era stato capace una volta, qualcuno ha pensato che potesse ripetere la scelta al Milan: i tempi sono altrettanto agitati, ma la situazione è completamente differente. Oggi Pioli sceglie di andare avanti, senza aver mai pensato di arretrare: mentre in società si sgretola l’ennesimo tentativo di ricostruzione, e Boban e Maldini erano stati i dirigenti che lo avevano scelto, Pioli prosegue: ma la scalata all’Europa, senza un sostegno davvero forte, è ancora più dura.
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