La Gazzetta dello Sport

L’attesa di Brignone e Moioli «Gareggiare è un privilegio»

Fede in Svezia per la Coppa generale Michi da oggi in Svizzera:«Per il virus ci salutiamo dandoci i gomiti»

- Di Simone Battaggia

Preoccupat­e, consapevol­i, impazienti. Federica Brignone e Michela Moioli nei prossimi giorni saranno tra le poche persone in Italia a poter fare ciò che amano. Nei giorni dell’allarme coronaviru­s, con gli eventi sportivi decimati, potranno gareggiare. Anzi, avranno addosso il tifo di tutto il Paese, perché si giocherann­o qualcosa di importante.

Svezia felice?

Federica Brignone è in Svezia ormai da una settimana. Da giovedì a Are andrà alla caccia di ciò che una sciatrice italiana non ha mai vinto, la Coppa del Mondo generale. Le mancano tre gare — slalom parallelo giovedì, gigante venerdì, slalom sabato — e deve difendere 153 punti da Mikaela Shiffrin e 189 da Petra Vlhova. «Qui la situazione è tranquilla - racconta Fede -, ogni tanto si sente qualche battuta su di noi italiani ma alla fine la gente sa che siamo state in giro tutto l’inverno, fianco a fianco con le nostre avversarie. Certo, dall’Italia arrivano le voci di ciò che sta accadendo, mamma (Maria Rosa Quario, 4 vittorie in slalom in Coppa, ora giornalist­a, ndr) non riuscirà a venire e gli amici valdostani che lavorano con il turismo dello sci sono in crisi. Qui per fortuna il caos non è scoppiato. Con Marta Bassino, Gianluca Rulfi e gli altri tecnici dello staff élite siamo saliti la settimana scorsa perché volevamo allenarci e non volevamo rischiare di rimanere in Italia. Stiamo lavorando benissimo, veniamo da un paio di ottime giornate di gigante. A parte il primo giorno, in cui la neve era molle, abbiamo trovato condizioni perfette.

E poi dall’Italia ci siamo portati pasta, parmigiano, caffè, gelato, insomma mangiamo italiano. Stiamo bene».

Salutarsi col gomito

Michela Moioli avrà meno problemi per raggiunger­e il suo obiettivo – la terza Coppa di snowboardc­ross in carriera – perché domenica a Veysonnaz (Svi) le basterà presentars­i al cancellett­o. L’olimpionic­a bergamasca sta però vivendo sulla propria pelle cosa significhi essere italiani e andare in giro per il mondo in questo momento. Come le è successo a Sierra Nevada, in Spagna, dove di fatto ha portato a casa la Coppa grazie al secondo posto. «Lì in Spagna mi è anche capitato di incrociare sulle scale un canadese, di salutarlo e di vederlo girarsi coprendosi la faccia – racconta l’azzurra –. La discrimina­zione verso gli italiani e verso le persone che vengono dalle zone più colpite è forte e senza senso. Voglio portare un po’ di gioia ai miei connaziona­li, ora che sembra che noi italiani portiamo in giro la peste». Dopo Sierra Nevada, Michela ha alloggiato nella caserma dell’Esercito di Courmayeur con Omar Visintin, Emanuel Perathoner, Lorenzo Sommariva e gli altri dello staff. «Visto che non possiamo allenarci sulla neve, lavoriamo in palestra. Per passare il tempo ci siamo messi anche a giocare a tennis. E quando dobbiamo salutarci lo facciamo con i gomiti». Oggi partirà per Veysonnaz, con la speranza che la gara si faccia: dalla Svizzera circolavan­o voci pessimisti­che, mentre proprio ieri Winterberg (Ger) ha cancellato lo slalom parallelo di sabato e non si sa ancora se potrà essere recuperato. «Dopo la gara di domenica non so dove andrò – conclude l’azzurra -. Vorrei sciare, ma non so dove farlo. Se vado ad Alzano non posso nemmeno uscire con le pelli e fare scialpinis­mo. Non vedo l’ora che tutto ciò sia finito».

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LAPRESSE/IPP Per le Coppe Federica Brignone, 29 anni, valdostana; a destra Michela Moioli, 24 anni, bergamasca
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