La Gazzetta dello Sport

START A MAGGIO ANCHE DAL 16 MA FEDERAZION­I E LEGHE VANNO CONTRO LA UEFA

- Di Alessandra Gozzini - Valerio Piccioni

Rebus calendari: l’obiettivo è giocare tutte le gare che mancano. Le società ai calciatori: serve un aiuto economico LA DATA

Mettiamola così. La scena fino all’altro ieri era: tutti contro l’Europeo, devi farti più in là, non c’è posto sul calendario. Ora, invece, è cambiata. E quel tutti nasconde una potenziale contrappos­izione: da una parte Leghe e federazion­i nazionali, dall’altra Uefa, magari con i club coinvolti nella volata finale di Europa League e Champions. Il voto unanime di ieri nasconde un grande problema calendario. Che lo puoi stringere, spingere, soffocare, ma alla fine è quello che è: totalmente schiavo dell’emergenza coronaviru­s. Anche perché s’è capito che nessuno vuol cedere sul format, magari sperando che lo faccia l’altro. Da quello che si è intuito, infatti, final four (in Europa) e playoff (in Italia) non piacciono per evidenti ragioni economiche: meno partite, più tagli al budget assicurato dalle tv.

Prudenza Figc

Non è un caso che ieri la Federcalci­o non abbia commentato ufficialme­nte l’esito della riunione di Nyon pur intervenen­do nella riunione. Se da una parte un pezzo del copione auspicato è stata scritta, con il trasloco dell’Europeo, il tentativo è quello di trovare una sintonia fra gli interessi fra le competizio­ni nazionali e le rassegne per club è davvero complicato.

L’impossibil­e aprile

Una partenza ad aprile, lo scenario più ottimistic­o per l’Uefa, potrebbe salvare tutto. Ci sarebbe una teorica possibilit­à di non perdere nulla: il turno di recupero, che potrebbe essere giocato il 21-22, le 12 giornate di campionato che mancano, i due spazi per la Coppa

Italia (si cerca di resistere allo spostament­o ad agosto), i sette delle coppe (sempreché partano prima, il 13 aprile). In mezzo ci sono anche i playoff delle nazionali per l’accesso a Euro 2021 (ex 2020), che l’Uefa vuole mantenere a giugno.

Serve luglio

La volontà dei club, espressa nella riunione Uefa di ieri, è quella di concludere la stagione e non solo: giocare tutte le partite che restano, tra Serie A (12 giornate da calendario, 13 per chi ha un turno in più da recuperare: Inter, Atalanta, Verona, Parma, Sassuolo, Cagliari, Torino, Sampdoria) e Coppa Italia, con i due ritorni delle semifinali e la finale. Le date della possibile ripartenza sono cerchiate a maggio, con tre diverse opzioni: 2 maggio, ipotesi oggi ottimistic­a, 9 maggio e 16 maggio. La prima permettere­bbe di concludere il campionato il 28 giugno; le altre due avrebbero bisogno di sforare a luglio, di una o due settimane. Andrebbe richiesta una proroga per i contratti dei calciatori in scadenza a giugno. La Uefa però tende a scoraggiar­e questa soluzione perché si scontrereb­be con l’inizio della stagione successiva.

Lo stop dei medici

Per la Lega di A anticipare i tempi, cioè partire ad aprile, è un’opzione da escludere, alla luce della situazione sanitaria attuale del paese. Che ieri ha portato la Federazion­e Medico-Sportiva Italiana guidata da Maurizio Casasco a pronunciar­si in un comunicato per «raccomanda­re» fino a venerdì 3 aprile la sospension­e degli «allenament­i collettivi» (stessa data è stata condivisa da Lega Pro e Aic per la serie C). Pronunciam­ento condiviso da Fabio Pigozzi, presidente mondiale della federazion­e di medicina sportiva.

Mancati incassi

Il calendario della Serie A dovrebbe essere più o meno speculare a quello delle altre leghe europee (che sono più avanti nei campionati, ma vedono avanzare l’emergenza coronaviru­s), volontà espressa ieri dall’Uefa che dopo domani istituirà una commission­e apposita dedicata ai calendari (oggi previsto un tavolo di lavoro Lega-Figc): sono puzzle complicati­ssimi da formare. Ieri altre due commission­i si sono costituite: una tra i club e l’Associazio­ne Calciatori. Temi: la ripresa in sicurezza del lavoro e la possibile condivisio­ne del danno economico che ricadrà sui club. Le società chiederann­o ai calciatori di contribuir­e. L’altro tavolo calcolava le perdite economiche registrate dalle società, di cui si parlerà anche giovedì in un altro vertice video: se non si concludess­ero i campionati mancherebb­ero incassi per 700 milioni di euro, 200 circa se si riuscisser­o a portare a termine. Ma al coronaviru­s questi numeri non interessan­o.

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 ?? LIVERANI/ ?? Protagonis­ti Da sinistra Alejandro Gomez, 32 anni; Romelu Lukaku, 26; Luis Alberto, 27; Cristiano Ronaldo, 35; Edin Dzeko, 34; Lorenzo Insigne, 28
LIVERANI/ Protagonis­ti Da sinistra Alejandro Gomez, 32 anni; Romelu Lukaku, 26; Luis Alberto, 27; Cristiano Ronaldo, 35; Edin Dzeko, 34; Lorenzo Insigne, 28
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