I migliori di oggi? Sono quelli di domani
Poco più di tre mesi fa, la classifica del Pallone d’oro ha provato a cristallizzare i valori assoluti del calcio mondiale: sull’Olimpo Leo Messi, accompagnato da Van Dijk e Cristiano Ronaldo. Ma le evoluzioni del pallone possono cambiare in fretta le gerarchie. Anzi, lo hanno fatto. Con il calcio fermo, scattiamo una fotografia istantanea del meglio che c’è in Europa. I migliori undici in una formazione ideale che speriamo di poter cambiare presto - significherebbe essere tornati a giocare - e che affideremmo a Julian Nagelsmann, il Mozart del football europeo: 32 anni, allena in prima squadra da quando ne ha 28, ha portato il Lipsia ai quarti di Champions e probabilmente le sue idee sono destinate a dominare il continente per i prossimi dieci anni.
Portiere
Alisson è stato candidato serio al Pallone d’oro, ma un problema al polpaccio gli ha tolto un pezzo di inizio stagione, uno all’anca gli ottavi di Champions. Senza di lui, Liverpool condannato. In una sfida da cui è uscito ingigantito il “nostro” portiere: Jan Oblak, prodigioso a Anfield. Se il Cholo ha eliminato i campioni d’Europa, è perché lo sloveno ha tenuto in vita l’Atletico: forse poco spettacolare e meno bravo coi piedi rispetto ad altri più illustri colleghi, Oblak è però essenziale come il suo nome, e tra i pali è un muro.
Difesa
I centrali sono merce rara, diciamolo subito. E l’esperienza conta tanto. Ecco perché si ripropongono Van Dijk, anche se meno spietato rispetto a qualche mese fa, e Marquinhos, leader difensivo del Psg: sembra sia in giro da una vita – la Roma lo prese nel 2012! – ma deve ancora compiere 26 anni. Scelta a sorpresa, come prima riserva, Jullen del Celtic: poco conosciuto, ma pure Van Dijk, alla sua età, si barcamenava al Southampton. Passiamo ai terzini, A destra, senza dubbi, Trent Alexander-Arnold, il frecciaRed di Jurgen Klopp, che dalla fascia sforna assist come fosse un 10 (12 in Premier quest’anno…). E ha appena 21 anni. Ma a sinistra c’è uno ancor più giovane di lui: il liberiano-canadese Alphonso Davies, anni 19, supernova sulla mancina del Bayern, tanto da imporsi pure sull’altro treno del Liverpool, lo
Centrocampo
Il calcio moderno esige duttilità, capacità di svolgere più compiti, resistenza da mediani e idee da trequartisti. Il profilo perfetto delle due mezzali: De Bruyne e Saul. Il belga di Gurdiola è un giocatore totale, di corsa, piede, tempi di gioco, intelligenza superiore. Il recente sacco del Bernabeu è stato frutto soprattutto del suo magistero da finto attaccante. L’altro interno è uno dei pretoriani di Simeone,
probabilmente il più talentuoso: la grandezza di Saul Niguez è proprio quella di non sacrificare troppo genio al temperamento cholista, anzi, integrando le due caratteristiche. In mezzo ai due, a dirigere le operazioni, non Casemiro, Busquets, Rodri o Henderson, ma il meno noto Konrad Laimer, centrale del Lipsia: ce lo ha chiesto Nagelsmann... Visto Demme nel Napoli? Ecco, i tedeschi hanno rinunciato a lui sapendo di avere Laimer, simbolo del Lipsia capace di “ibridare” calcio d’attacco e di resistenza.
L’attacco
L’Olimpo non si tocca. E allora il primo nome è Messi. È la sua stagione migliore? No. Ma Leo sa ancora riempire le partite di qualcosa di magico. E comunque 24 gol e 16 assist in 31 presenze... Con lui, i due anticipatori del futuro: potenza, tecnica in velocità e rapidità di pensiero. Coppia da 40 anni complessivi. Uno è Kylian Mbappé, 30 gol in 33 partite, quello da 50 metri di corsa e dribbling contro il Lione in Coppa di Francia come riassunto esemplificativo. L’altro è Erling Haaland, il Demogorgone norvegese, uno che segna più di quanto gioca: 10 reti in 8 partite di Champions, 16 in 14 di Bundesliga austriaca, 9 su 8 di Bundesliga tedesca. Riserve di stralusso, il centravanti-regista Firmino e Gnabry che in Champions con il Bayern non cicca un colpo. Mica male, no?
Le scelte Oblak in porta, mediana moderna. Messi l’unico over 30
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