L’antidoping a casa Scozzoli «Gli ho regalato le mascherine»
Tutto fermo meno l’antidoping. La visita del sabato sera a Forlì per Fabio Scozzoli e Martina Carraro, coppia della rana, era davvero inattesa.
A bussare a casa del capitano azzurro, 31 anni, e della medagliata mondiale sono stati gli addetti della Wada, l’Agenzia mondiale antidoping. Nei giorni dell’emergenza coronavirus, i test a sorpresa evidentemente vanno avanti.
Controllo
Il nuotatore romagnolo racconta: «La situazione non mi ha per niente infastidito, perché credo che ognuno debba fare il proprio lavoro. Peraltro sono quasi sempre gli stessi ispettori, li conosciamo da tempo. Si tratta di due toscani dell’azienda Itf a cui si appoggia la Wada per i controlli. In questo caso era un controllo del sangue. Sia chiaro, io apprezzo che in un momento così difficile la Wada non abbassi la guardia, perché forse c’è qualcuno che potrebbe approfittarne
PALLAVOLO e sfruttare la scusa del coronavirus per non farli entrare».
Regalo
Il riferimento a casi eclatanti del passato torna subito in mente. L’astista Giuseppe Gibilisco fu addirittura svegliato alle 6 del mattino di un Ferragosto: «Agli ispettori - riprende Scozzoli - abbiamo pure regalato alcune mascherine perché ne avevano poche: anche per loro - conclude il capitano azzurro - è comunque un bel rischio continuare a girare, andare in casa della gente». s.a.