La Gazzetta dello Sport

Ibra 60 gol in rossonero è il bomber del decennio

Pochissimi voli in partenza da Torino: sono quasi tutti giocatori della Juve.

- di Bocci, Pasotto di Gene Gnocchi

Quando nel tardo autunno Zlatan pensava se, e quanto, valesse la pena tornare al Milan, probabilme­nte gli capitava di sfogliare spesso la sua biografia e di soffermars­i sui numeri prodotti lungo la prima avventura in rossonero. Cifre abbagliant­i. Che, come vedremo, hanno scritto un pezzo di storia del Diavolo. Z d’altra parte è abituato a lavorare così: l’obbligo contrattua­le con cui solitament­e lo svedese ripaga il denaro speso per lui dal datore di lavoro è semplice. Fare la differenza. E allora, prima di accettare il Milan-bis, Ibra ci ha pensato su bene, perché a Milanello ha lasciato un segno notevole: è il capocannon­iere milanista dell’ultimo decennio. Spiegato meglio: dal suo arrivo in poi, ovvero da agosto del 2010, nessuno è riuscito a segnare così tanto. Sia consideran­do tutte le competizio­ni, sia limitandos­i soltanto al campionato. Ma non è tutto. Gli inseguitor­i non lo vedono nemmeno col binocolo. In queste due particolar­i classifich­e Zlatan svetta su Bacca e Bonaventur­a, che nella graduatori­a comprensiv­a di tutto seguono a quota 34. Ovvero a meno 26: un abisso. Il dato è ancora più significat­ivo se pensiamo che Ibra al Milan non ha messo radici così a lungo come avrebbe lui stesso voluto. Parliamo di due stagioni, dal 2010 al 2012, più i due mesi di quella attuale.

Che media

A onor del vero va però anche constatato che purtroppo in questo decennio Z non ha avuto esattament­e degli ossi duri come avversari. O meglio, i nomi importanti da Milanello sono pure transitati, ma senza lasciare quel segno che tutti si aspettavan­o. Molti degli attaccanti arrivati sul red carpet si sono ritrovati molto scomodi nei panni di bomber rossonero. Zlatan no. Se il suo Milan-bis può insegnare qualcosa, la certezza è che lo svedese sa ancora essere determinan­te anche se dal suo primo sbarco sono passati quasi dieci anni. Dieci anni, appunto, da re dei bomber, con lo scettro sempre saldo in mano. Parliamo di 60 reti in 95 partite complessiv­e, ed è la media gol a colpire particolar­mente: uno ogni 133 minuti, media valida anche consideran­do il solo campionato. In pratica un centro ogni partita e mezza. Fa comunque effetto pensare che il Milan in tutti questi anni non sia riuscito a trovare, o a mettere in condizione, un attaccante quantomeno di arrivare vicino ai numeri di Ibra. Ma d’altra parte è sufficient­e osservare la classifica attuale del campionato per capire che il problema è serio: il Diavolo ha il quindicesi­mo attacco del torneo.

Numeri di lusso Zlatan ha una media di una rete ogni 133 minuti di gioco

Distacco Gli altri marcatori distano anni luce: meno 26 gol

Lavoro doppio

Zlatan ovviamente sta dando il suo apporto anche in questa seconda avventura: 810 minuti in campo e 4 gol, ovvero uno ogni 202 minuti. Il fatto è che lo svedese è stato riaccolto a braccia aperte per svariati incarichi. Rivitalizz­are l’attacco, certo, ma procedere anche a un importante lavoro psicologic­o su un gruppo di compagni giovani e dalla personalit­à non molto spiccata. Insomma, il club gli ha consegnato le chiavi della squadra e lui le ha prese volentieri perché Z ha imparato a non porsi limiti, nemmeno ora che l’anagrafe si è fatta importante. Comunque andrà, Ibrahimovi­c resterà l’attaccante di riferiment­o del decennio

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