La Gazzetta dello Sport

Bordalas: «Così il Getafe ha aperto gli occhi a tutti»

Il tecnico della rivale dell’Inter in Europa League: «Rifiutare di venire a Milano, che grande scelta»

- Di Filippo Maria Ricci - CORRISPOND­ENTE DA MADRID

Jose Bordalas, tecnico del Getafe, ha 56 anni. Ha fatto tanta gavetta e quando è arrivato all’apice della carriera, ottavi di Europa League con l’Inter e quarto posto in Liga, il mondo si è fermato per il coronaviru­s.

3Cosa fa un allenatore senza giocatori?

«Si adatta. È una situazione strana, sì. Stiamo ognuno a casa propria, cerco di tenere un contatto assiduo con i giocatori. La chiusura degli allenament­i è stata improvvisa, così abbiamo fatto delle piccole “interviste” individual­i chiedendo ai ragazzi cos’hanno in casa per allenarsi, com’è la casa e via dicendo. In base alle risposte abbiamo preparato loro dei programmi individual­i, perché c’è chi ha un giardino grande e chi non ce l’ha proprio, chi ha una palestra e chi no. A chi aveva meno materiale per allenarsi l’abbiamo fatto recapitare».

3Ci vuole grande fiducia nei giocatori, i vostri controlli immagino siano limitati.

«Sì. Dopo l’ultimo allenament­o non sapevamo con precisione ciò che sarebbe successo: non gli abbiamo dato nemmeno i gps. Però siamo tranquilli: i primi a soffrire per questa situazione sono loro, sono preoccupat­i e vogliono lavorare e allenarsi. Però è chiaro, è difficile: perché non devono fare troppo poco, ma nemmeno troppo».

3Sapete quanto tempo vi daranno prima di riprendere a giocare?

«No, però confidiamo che ci sia un periodo di adattament­o alla competizio­ne. In caso contrario ci sarebbero gravi rischi a livello d’infortuni: finché non li vediamo non possiamo sapere come stanno realmente i giocatori, e per quanto si possano allenare in casa non possono fare quello che facciamo abitualmen­te in campo».

3Torniamo indietro alla super stagione del Getafe. Pochi soldi, grandi risultati.

«Siamo sorpresi anche noi. Dopo il quinto posto e la conquista dell’Europa League ci aspettavam­o un anno complicato: per un club modesto come il nostro giocare in Europa di solito porta complicazi­oni e in Liga si paga caro, basta pensare a quanto soffre l’Espanyol quest’anno, o al Villarreal dell’anno scorso. E invece stiamo vivendo una stagione straordina­ria. Le chiavi: l’entusiasmo, l’ambizione, la voglia di continuare a crescere e di goderci questo gran momento».

3Voi vi divertite, però da fuori ve ne dicono di tutti i colori, come se ci fosse un solo modo di giocare a calcio.

«Anche contro l’Ajax ci hanno accusato di tante cose, e invece abbiamo fatto due grandi partite. Ci dicono che siamo difensivis­ti ed è vero il contrario, cerchiamo sempre la porta avversaria ma tenendo presenti i nostri limiti. Il calcio qui, in Italia, in Europa, viene interpreta­to in tanti modi diversi e ognuno ha il proprio valore. Il punto è che siamo una squadra piccola, con un budget infinitame­nte più basso rispetto alle grandi squadre e nessuno si aspettava di vederci dove siamo ora. Per tanti siamo una sorpresa piacevole, però magari c’è una minoranza alla quale non piace poi così tanto questa nostra intrusione: se vinci con continuità poi non sei più così simpatico».

3Chiudiamo guardando al futuro. C’è da giocare con l’Inter. Partiamo dalla sospension­e: il suo presidente Angel Torres è stato determinan­te per stoppare il vostro viaggio a Milano. «La decisione del presidente è stata incredibil­mente azzeccata. Viaggiare in quel momento era tremendame­nte rischioso per tempi e luogo. Basta pensare a quello che è successo ad altri che sono andati a Milano, come il Valencia o il Madrid di basket. La presa di posizione del presidente è stata positiva per noi e per il calcio: ha aperto gli occhi ad altri. C’era troppa gente che pensava che non sarebbe successo nulla e che bisognava continuare a vivere in maniera normale: il tempo ci ha detto che non era così, è arrivata la parola pandemia».

3E l’Inter?

«Poco da dire: una squadra storica, un equipazo fantastico, con un grande allenatore e giocatori magnifici. Simbolo di un campionato, la Serie A, che sta crescendo tantissimo recuperand­o lo status calcistico che le appartiene. È arrivato Cristiano Ronaldo e prendete giocatori dalla Premier League, cosa impensabil­e fino a poco tempo fa. Per noi una sfida meraviglio­sa, piena di significat­i».

3 Vedremo quando e come sarà giocata.

«Esatto. Tante speculazio­ni, nessuna certezza. Speriamo di poter giocare, e di farlo presto. Se non potremo disputarla in maniera classica, a San Siro e qui da noi, sono certo che la Uefa troverà la soluzione migliore senza pregiudica­re nessuno».

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HA DETTO

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IPP In ascesaJosé Bordalas, 56 anni, allena il Getafe dal 2016. Prima dell’interruzio­ne dell’attività era negli ottavi di Europa league e al quarto posto nella Liga
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Angel Torres
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Antonio Conte

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