Bordalas: «Così il Getafe ha aperto gli occhi a tutti»
Il tecnico della rivale dell’Inter in Europa League: «Rifiutare di venire a Milano, che grande scelta»
Jose Bordalas, tecnico del Getafe, ha 56 anni. Ha fatto tanta gavetta e quando è arrivato all’apice della carriera, ottavi di Europa League con l’Inter e quarto posto in Liga, il mondo si è fermato per il coronavirus.
3Cosa fa un allenatore senza giocatori?
«Si adatta. È una situazione strana, sì. Stiamo ognuno a casa propria, cerco di tenere un contatto assiduo con i giocatori. La chiusura degli allenamenti è stata improvvisa, così abbiamo fatto delle piccole “interviste” individuali chiedendo ai ragazzi cos’hanno in casa per allenarsi, com’è la casa e via dicendo. In base alle risposte abbiamo preparato loro dei programmi individuali, perché c’è chi ha un giardino grande e chi non ce l’ha proprio, chi ha una palestra e chi no. A chi aveva meno materiale per allenarsi l’abbiamo fatto recapitare».
3Ci vuole grande fiducia nei giocatori, i vostri controlli immagino siano limitati.
«Sì. Dopo l’ultimo allenamento non sapevamo con precisione ciò che sarebbe successo: non gli abbiamo dato nemmeno i gps. Però siamo tranquilli: i primi a soffrire per questa situazione sono loro, sono preoccupati e vogliono lavorare e allenarsi. Però è chiaro, è difficile: perché non devono fare troppo poco, ma nemmeno troppo».
3Sapete quanto tempo vi daranno prima di riprendere a giocare?
«No, però confidiamo che ci sia un periodo di adattamento alla competizione. In caso contrario ci sarebbero gravi rischi a livello d’infortuni: finché non li vediamo non possiamo sapere come stanno realmente i giocatori, e per quanto si possano allenare in casa non possono fare quello che facciamo abitualmente in campo».
3Torniamo indietro alla super stagione del Getafe. Pochi soldi, grandi risultati.
«Siamo sorpresi anche noi. Dopo il quinto posto e la conquista dell’Europa League ci aspettavamo un anno complicato: per un club modesto come il nostro giocare in Europa di solito porta complicazioni e in Liga si paga caro, basta pensare a quanto soffre l’Espanyol quest’anno, o al Villarreal dell’anno scorso. E invece stiamo vivendo una stagione straordinaria. Le chiavi: l’entusiasmo, l’ambizione, la voglia di continuare a crescere e di goderci questo gran momento».
3Voi vi divertite, però da fuori ve ne dicono di tutti i colori, come se ci fosse un solo modo di giocare a calcio.
«Anche contro l’Ajax ci hanno accusato di tante cose, e invece abbiamo fatto due grandi partite. Ci dicono che siamo difensivisti ed è vero il contrario, cerchiamo sempre la porta avversaria ma tenendo presenti i nostri limiti. Il calcio qui, in Italia, in Europa, viene interpretato in tanti modi diversi e ognuno ha il proprio valore. Il punto è che siamo una squadra piccola, con un budget infinitamente più basso rispetto alle grandi squadre e nessuno si aspettava di vederci dove siamo ora. Per tanti siamo una sorpresa piacevole, però magari c’è una minoranza alla quale non piace poi così tanto questa nostra intrusione: se vinci con continuità poi non sei più così simpatico».
3Chiudiamo guardando al futuro. C’è da giocare con l’Inter. Partiamo dalla sospensione: il suo presidente Angel Torres è stato determinante per stoppare il vostro viaggio a Milano. «La decisione del presidente è stata incredibilmente azzeccata. Viaggiare in quel momento era tremendamente rischioso per tempi e luogo. Basta pensare a quello che è successo ad altri che sono andati a Milano, come il Valencia o il Madrid di basket. La presa di posizione del presidente è stata positiva per noi e per il calcio: ha aperto gli occhi ad altri. C’era troppa gente che pensava che non sarebbe successo nulla e che bisognava continuare a vivere in maniera normale: il tempo ci ha detto che non era così, è arrivata la parola pandemia».
3E l’Inter?
«Poco da dire: una squadra storica, un equipazo fantastico, con un grande allenatore e giocatori magnifici. Simbolo di un campionato, la Serie A, che sta crescendo tantissimo recuperando lo status calcistico che le appartiene. È arrivato Cristiano Ronaldo e prendete giocatori dalla Premier League, cosa impensabile fino a poco tempo fa. Per noi una sfida meravigliosa, piena di significati».
3 Vedremo quando e come sarà giocata.
«Esatto. Tante speculazioni, nessuna certezza. Speriamo di poter giocare, e di farlo presto. Se non potremo disputarla in maniera classica, a San Siro e qui da noi, sono certo che la Uefa troverà la soluzione migliore senza pregiudicare nessuno».
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