QUASI 800 MORTI IN 24 ORE E CONTE CHIUDE LE FABBRICHE LOMBARDIA, ALTRA STRETTA LO SPORT SOLO SOTTO CASA
La decisione del premier dopo il pressing di sindacati e imprese Sono sospese tutte le attività, tranne quelle strategiche Il governatore Fontana aveva già fermato gli uffici e i cantieri
Un altro picco di contagi e di decessi. Il coronavirus continua a falcidiare l’Italia. Pensavamo che i 627 morti di venerdì fossero il drammatico punto più alto. Invece ieri i decessi collegati al coronavirus sono stati 793, portando il totale a 4.825. Anche i contagi toccano il nuovo punto massimo, con 4.821 nuovi casi, per un totale di 42.681 attualmente ammalati. «Oltre 22 mila sono a casa in isolamento, 2.856 i ricoverati in terapia intensiva», ha spiegato il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli. La maggior parte dei contagi e dei decessi proviene ancora una volta dalla Lombardia, la regione più in difficoltà anche per la carenza di posti letto. Soltanto ieri, 3.251 contagi e 546 morti nella sola Lombardia. «Sono numeri che fanno male. I dati sono in crescita, questo weekend sarà difficile», ha detto l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera. «Gli anziani stiano a casa, perché sono le persone più fragili e più a rischio», ha ribadito
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il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, «rispettare le regole è la chiave di tutto». E c’è un’altra notizia: Mattia, il 38enne considerato il “paziente uno”, tra oggi e domani tornerà a casa, dimesso dall’ospedale San Matteo di Pavia, un mese dopo il ricovero. Ieri però è arrivata la notizia della morte di suo padre.
A tarda sera, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha annunciato «la chiusura delle attività produttive non necessarie».
Il premier Conte (che si è sottoposto a tampone dopo la positività di un agente della sua scorta, risultando negativo), nel pomeriggio aveva incontrato i sindacati delle categorie produttive. E alle 23.30, Conte in diretta su Facebook ha annunciato «la chiusura, su tutto il territorio nazionale, di tutte le attività produttive non necessarie, non cruciali o indifferibili. non legate a beni e servizi indispensabili». Conte, che ha parlato
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della «più grave crisi dal Dopoguerra», ha assicurato che resteranno aperti negozi di alimentari e supermercati, farmacie e parafarmacie. «Rallentiamo il motore del Paese, non lo fermiamo». Nell’attesa del governo, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, aveva firmato un’ordinanza valida fino al 15 aprile. Prevede il fermo delle attività nei cantieri edili e il divieto di praticare attività motoria all’aperto, tranne che da soli e vicino a casa, come venerdì aveva già stabilito la circolare del ministero. Stop agli uffici pubblici, salvo i servizi essenziali e di pubblica utilità, sospensione delle attività artigianali (salvo filiera dei servizi essenziali). Chiusura delle attività degli studi professionali, salvo quelle relative ai servizi indifferibili. Previste multe (fino a 5 mila euro) per i trasgressori. In supermarket e farmacie prevista la misurazione della temperatura. E anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha annunciato che oggi «gli unici esercizi commerciali aperti saranno le farmacie, le parafarmacie e le edicole». E in serata, anche la Regione Piemonte ha annunciato la chiusura di tutto quello che è di sua competenza.
Dalla provincia di Bergamo e da Milano erano arrivati gli appelli dei sindaci.
«È il momento di fermarci, ma per davvero. Confidiamo in voi»: è l’appello firmato dai 243
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