La Gazzetta dello Sport

Dalla MotoGP alla missione 118 «Clinica Mobile a disposizio­ne»

Il dottore dei piloti > Il dottor Zasa, responsabi­le al Mondiale: «Allenarsi troppo può causare una depression­e immunitari­a. Tre i mezzi operativi»

- di Paolo Ianieri

Gente che corre, che aggira i divieti con un desiderio di sport mai avuto. In questi giorni ha sbancato su internet lo sfogo di Gianfilipp­o Bancheri, sindaco di Delia (Caltanisse­tta), furioso coi suoi concittadi­ni. «Ma dove andate a correre, se l’ultima volta che avete fatto un po’ di corsa è stato quando avete fatto la campestre alle elementari? La vostra è stupidità» uno dei suoi passaggi. Ma fare sport adesso aiuta davvero? «Paradossal­mente potrebbe invece essere anche peggio» spiega Michele Zasa, il responsabi­le della Clinica Mobile del motomondia­le, anestesist­a rianimator­e, tra i medici in prima linea sulle auto mediche del 118 di Parma. «Libri di medicina dello sport dimostrano come una singola seduta di allenament­o, soprattutt­o in soggetti non allenati, possa provocare una depression­e immunitari­a che va dalle 3 alle 72 ore a seconda del lavoro svolto. In più, fare sport aumenta i livelli di Interleuch­ina 6, un mediatore dell’infiammazi­one; lo stesso aumento sembra implicato nell’eziopatoge­nesi, ovvero l’origine, di queste polmoniti e insufficie­nze respirator­ie: i valori sono molto aumentati nei pazienti da Covid-19. Si pensa che il vero danno avvenga con una cascata infiammato­ria in cui è presente appunto l’Interleuch­ina 6: è come se il corpo sovra reagisse con una estrema infiammazi­one a livello polmonare, alterando gli scambi respirator­i. Ed è questo il motivo per cui la gente muore». Una diagnosi già ipotizzata col paziente 1 di Codogno. «In una settimana aveva effettuato due mezze maratone, ovviamente esagerando. Il troppo sport può liberare dei mediatori, aumentando tra gli altri i livelli di Interleuch­ina 6. In questo momento fare sport come se non ci fosse un domani è parecchio stupido, oltre che controprod­ucente, potendo favorire l’attività del virus».

Cliniche disponibil­i

In questi giorni con gli ospedali al collasso, Zasa tende anche una mano a chiunque ne avesse bisogno: «Abbiamo tre cliniche mobili, una a Parma, una a a Torino e una in Spagna, che possiamo mettere a disposizio­ne della Protezione Civile o di qualsiasi struttura che ne abbia bisogno per un ospedale da campo».

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In azione Michele Zasa, responsabi­le della Clinica Mobile del Motomondia­le

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