«ALLENAMENTI E STRESS NON SI PUÒ CONTINUARE IN QUESTA INCERTEZZA»
Una marcia di avvicinamento ai Giochi Olimpici mai vista, tra ipotesi di leggeri o drastici slittamenti, per arrivare addirittura all’opzione più estrema, ovvero che l’Olimpiade possa saltare del tutto. Insomma la preparazione degli atleti all’evento di una vita va avanti, ma avanti per quanto? E con quali contraccolpi e conseguenze? Lo abbiamo chiesto a Elia Viviani,
Simona Quadarella, Filippo Tortu, Daniele Garozzo e Fabio Basile, cinque campioni azzurri che stanno programmando Tokyo 2020 delle ragioni valide. È veramente ragionare con il paraocchi non tenere in conto di cosa accade. Noi della scherma, e lo dico con orgoglio, siamo stati i primi a fermarci».
«Impossibile allenarsi, impossibile evitare il contatto, rispettare la distanza. Certo ci si muove a casa e in giardino: qualche esercizio, un po’ di corpo libero. Ma non possiamo chiamarlo allenamento. Io non vedo il mio maestro da un mese e mezzo...»
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«Il problema qualificazione è complicato. Una cosa è spostare fino a ottobre, un’altra nel 2021 o addirittura nel 2022. Bisognerebbe rifare le qualificazioni, ma sarebbe ugualmente un’ingiustizia per gli atleti che avevano conquistato il pass».
v.p.
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Domenica il Cio ha preso in considerazione la possibilità di rinviare l’Olimpiade di Tokyo, impegnandosi per una decisione il 15 aprile. Che ne pensate?
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Si deve lavorare sull’ipotesi di un rinvio a breve (fine estate o autunno) o al 2021 o 2022?
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Che cosa significa allenarsi in uno stato di precarietà e incertezza ?
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Il rinvio non risolverebbe il problema qualificazioni. Scegliere in base al ranking vi soddisfa? Ma se si andasse al 2021 o al 2022 bisognerebbe rifarle?
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